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Dario Vassallo: «su Parco intrecci del Sistema Cilento». Replica di Romano Gregorio: «Affermazioni diffamatorie»

Per Vassallo anomalie nelle Aree Marine Protette e lentezze nelle risposte giudiziarie: “Fondi mai usati per la tutela del territorio, ora chiediamo chiarezza”

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 11 Novembre 2024
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Dario Vassallo Acciaroli

“Da tempo, in qualità di Presidente Commissione di Riserva Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta, denuncio pubblicamente e alle autorità competenti le anomalie e irregolarità nella gestione dei fondi pubblici destinati all’Area Marina Protetta, un patrimonio naturale e culturale che necessita di salvaguardia e rispetto. Alla luce della recente inchiesta sul “Sistema Cilento,” che ha portato all’arresto del Presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri, e dei rappresentanti della Dervit S.p.A., ritengo urgente far emergere dettagli che riguardano proprio questa azienda, già segnalata per problematiche e inadempienze nella gestione dell’AMP“. A dirlo è il Presidente Commissione di Riserva Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta Dario Vassallo.

Le accuse della Fondazione Vassallo

“Nel gennaio 2021 – argomenta Vassallo – sono stato nominato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa come Presidente della Commissione di Riserva dell’Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta. Durante il mio incarico, ho riscontrato numerose irregolarità e anomalie nell’utilizzo delle risorse pubbliche, in particolare nella gestione del sistema di videosorveglianza “Mampira,” che avrebbe dovuto garantire un controllo capillare del territorio. Questo sistema, infatti, avrebbe dovuto monitorare in tempo reale le violazioni nell’AMP e addirittura misurare la temperatura dell’acqua, rappresentando uno strumento essenziale per proteggere l’area. Tuttavia, nonostante un investimento di circa due milioni di euro, questo sistema non è mai stato messo in funzione. La Dervit S.p.A., oggi al centro dell’inchiesta “Sistema Cilento” e i cui rappresentanti sono stati posti agli arresti domiciliari per turbativa d’asta e corruzione, è stata coinvolta in questi lavori come subappaltatrice del sistema “Mampira,” su autorizzazione del Ministero dell’Ambiente, per le aree marine protette di Santa Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta. Ho espressamente chiesto al Direttore del Parco Nazionale del Cilento, Dott. Romano Gregorio, informazioni dettagliate sullo stato di avanzamento e sulle anomalie riscontrate. In risposta, il Direttore mi ha fornito una relazione del 22 giugno 2022, che attribuiva a Dervit il ruolo di subappaltatrice con il compito di installare e avviare i sistemi di videosorveglianza. Alla luce delle recenti indagini, mi domando ora chi abbia effettivamente garantito la legittimità di tali affidamenti e con quale criterio siano stati approvati”.

“Nel 2022, ho presentato una denuncia formale alla Procura di Vallo della Lucania, segnalando le irregolarità e chiedendo verifiche sulla gestione dell’AMP e sull’operato della Dervit S.p.A. Purtroppo, a oggi, non ho ricevuto risposte esaustive né ho avuto riscontri su azioni concrete intraprese. La lentezza con cui vengono esaminate le denunce di questo tipo contrasta con l’urgenza che la situazione richiede. Si fa sempre più evidente una differenza di trattamento tra chi, come me, denuncia problematiche di trasparenza e tutela ambientale e coloro che invece sono al centro di queste irregolarità. Mi rivolgo pubblicamente al Direttore del Parco del Cilento, Dott. Romano Gregorio, chiedendogli chi abbia suggerito e approvato la scelta della Dervit S.p.A. per questo subappalto così delicato. Inoltre, vorrei sapere se la Dervit abbia svolto altre attività simili nel Comune di Laurino, di cui lo stesso Gregorio è sindaco. La mia posizione è chiara: come Presidente della Commissione di Riserva, mi impegno a rispettare l’articolo 54 della Costituzione italiana, che impone il rispetto dei doveri pubblici con disciplina e onore. Non sarò mai disposto a tollerare giochi di potere o manipolazioni che possano danneggiare il nostro territorio. Come Fondazione Angelo Vassallo, continueremo a chiedere trasparenza e a vigilare affinché le istituzioni difendano l’integrità della nostra terra. Il nostro Cilento merita risposte rapide, chiare e giustizia. Non possiamo accettare che ingenti risorse pubbliche vengano sprecate o destinate ad aziende sotto inchiesta, mentre le irregolarità amministrative e giudiziarie danneggiano la fiducia dei cittadini”, conclude Vassallo.

La replica

Pronta la replica del direttore del Parco, Romano Gregorio: “L’intervento del progetto MAMPIRA, risalente all’anno 2014, è stato attuato direttamente dal Ministero dell’Ambiente (che ha effettuato appalti, subappalti, incarichi di direzione lavori, ecc.), molti anni prima che assumessi la funzione di Direttore dell’Ente Parco. Peraltro già il 29 marzo 2018 (circa 3 anni prima che Vassallo assumesse la Presidenza dell’AMP) ho informato il Ministero dell’Ambiente e il RUP del progetto circa il mancato funzionamento degli apparati installati con il progetto MAMPIRA”.

E aggiunge: “Nel 2021, invece, su richiesta della Commissione di Riserva, ho trasmesso una relazione a firma del Direttore dei Lavori nella quale veniva descritto lo stato dell’arte del progetto in argomento. A tal proposito già da qualche anno l’Autorità Giudiziaria ha acquisito i documenti e le informazioni in possesso dell’Ente Parco”.

“Mi riservo, in ogni caso, il diritto di sporgere querela in ordine alle affermazioni diffamatorie del Vassallo a tutela della mia onorabilità e della reputazione dell’Ente Parco”, conclude.

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TAG:Cilentodario vassallo
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