La Commissione europea ha presentato ieri, 25 marzo, il Piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica. Si prevedono ampie azioni e investimenti per stimolare il consumo di alimenti biologici nell’ambito delle Politiche comunitarie.
Un ruolo di rilievo viene attribuito anche ai Bio-Distretti, che vengono esplicitamente menzionati nel Documento comunitario, con l’invito agli Stati membri a supportarne ogni sviluppo e implementazione, per il raggiungimento entro il 2030 del 25% della superficie biologica europea. Questo è infatti l’obiettivo prefissato dalle strategie “dal campo alla tavola” e “biodiversità”, promosse dall’UE nell’ambito del “Green Deal”, il patto verde per la transizione ecologica.
Si tratta di un indubbio riconoscimento a livello istituzionale, che premia il lavoro di tutti i Bio-Distretti fin qui creati in Italia, in Europa e nel mondo e le attività di coordinamento e sviluppo internazionale delle reti IN.N.E.R., Rete internazionale dei Bio-Distretti (www.biodistretto.net), e Alleanza mondiale per i Bio-Distretti, GAOD (www.gaod.online).
Ma cos’è un Bio-Distretto? Tale figura di innovativa governance territoriale è basata sull’accordo formale tra agricoltori, consumatori e sindaci per lo sviluppo sostenibile del territorio. Fu codificata nel 2004 nel Cilento e proprio ivi, per la precisione nel comune di Ceraso, fervono i preparativi per la realizzazione, il prossimo 15 aprile, di un convegno on-line promosso da IN.N.E.R. e dal Bio-Distretto Cilento.
I maggiori esperti europei presenteranno in tale occasione gli strumenti a supporto della creazione e della gestione integrata dei Bio-Distretti.
La manifestazione sarà realizzata nell’ambito della “Primavera nel Bio-Distretto Cilento”, che prevede incontri on-line, dibattiti, escursioni, visite aziendali e scambi culturali tra i Bio-Distretti.
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