Vincenzo De Luca sul terzo mandato: «io mi ricandiderò in eterno»

Terzo mandato, sanità, scuola pubblica e guerra in Ucraina. De Luca a 360 gradi critica il governo e annuncia che sarà ancora candidato

Angela Baratta
Vincenzo De Luca

Terzo mandato? Per Vincenzo De Luca la presidenza della regione Campania è una questione che non terminerà nel 2025. E dunque la palla passa ai cittadini perché «io – dice – mi ricandiderò in eterno». Così il governatore ha risposto alle domande dei cronisti a Venezia, dove in mattinata ha partecipato ad un incontro organizzato da Confindustria.

Il terzo mandato

Nessun tetto ai mandati, o mettiamo tetti a tutti quanti, sarebbe demenziale ma coerente, oppure non si capisce il tetto“. Per De Luca “la parola sia dei cittadini, poi possano decidere per un mandato o sostenere qualcuno che risolva qualche problema. Bisogna valutare nel merito l’azione di Governo, c’è solo demagogia. Io mi ricandiderò in eterno, dipende dalla salute”.

La questione docenti

È andato anche oltre il presidente della regione Campania. Nel suo consueto appuntamento con gli utenti dei suoi profili social ha parlato di docenti, sanità e ucraina. Sul primo tema ha precisato:

Abbiamo ascoltato una dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Valditara relativa agli stipendi dei docenti, propone di differenziare gli stipendi tra i territori del Paese. Sulle politiche scolastiche va avanti come nella sanità una linea chiara di privatizzazione: differenziare lo stipendio, tra nord e sud sostanzialmente, vuol dire accentuare gli elementi di separazione del nostro Paese, vuol dire accentuare e rendere permanente il divario tra nord e sud, vuol dire abbandonare ogni politica meridionalista. A Milano il costo della vita è più alto, questo è assolutamente vero. Ma sappiamo anche che a Milano in una famiglia lavorano tutti quanti: nel sud no, se lavora uno è un miracolo. Il tasso d’occupazione nel nord sfiora il 70%, nel sud siamo al 40% e la disoccupazione giovanile è doppia rispetto a quella del centro nord. Quindi anche se facciamo un calcolo sostanziale è fuorviante ragionare sul costo della vita, ma dobbiamo ragionare sulle entrate registrate da ogni famiglia.

La scuola pubblica

De Luca poi indossa poi i panni del rivoluzionario:

La prossima settimana a Napoli faremo una grande manifestazione per la difesa della scuola pubblica: chiariremo quali sono i pericoli, quale è l’orientamento del Governo. Cercheremo di avviare una mobilitazione nel nostro Paese a difesa della scuola pubblica, cioè del diritto alla formazione di tutti i nostri giovani anche quelli di famiglie non abbienti.

La sanità

Il presidente della regione ha parlato anche della questione sanità. In Campania da più parti si segnalano problemi ma per De Luca tutto fila liscio.

Qualche servizio televisivo ha riprodotto un’emergenza nel Pronto Soccorso del Cardarelli facendo vedere immagini di 6 anni fa. C’è anche qualche dichiarazione mia di 6 anni fa, quando nel Cardarelli non si poteva neanche camminare per la presenza di lettini nei reparti. Con una grande operazione di riorganizzazione abbiamo risolto l’emergenza. Oggi sono passati 6 anni e non c’è più un medico disponibile a entrare nei Pronto Soccorso, ma in tutta Italia, non al Cardarelli. Non vorrei che fosse cominciata un’altra campagna che riproduce la solita litania che riguarda gli ospedali di Napoli. Abbiamo letto notizie di cronaca di quanto successo a Milano, Roma, Torino, in tutte le parti d’Italia. Abbiamo avuto notizie di morti nelle corsie, bambini appena nati deceduti: ci auguriamo di non dover perdere altro tempo per spiegare bene le situazioni e per evitare di buttarla in demagogia ogni volta che si parla del sud e di Napoli. Qui siamo impegnati nel più grande programma di rinnovamento dell’edilizia ospedaliera che abbia mai conosciuto la Campania”.

Vincenzo De Luca e l’Ucraina

Non è mancato un riferimento alla questione ucraina:

Aumentano le operazioni militari in Ucraina e abbiamo appreso che per quanto riguarda le spese militari i governi europei, e il governo italiano tra questi, sono autorizzati anche ad andare oltre il patto di stabilità. Per la sanità pubblica non hanno trovato un euro. Per gli armamenti sono tutti pronti a sforare il patto di stabilita’, andare oltre la soglia del debito pubblico che già abbiamo accumulato in Italia. A me pare doppiamente grave perché si penalizza la sanità pubblica e perché per quanto riguarda l’Ucraina continuiamo ad andare avanti in maniera assolutamente irresponsabile. Non c’è neanche l’ombra di un’iniziativa di pace.

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