Attualità

Mobilitazione per la Sanità: Sindaci a Roma contro la chiusura dei punti nascita

I Sindaci di Piedimonte Matese, Sapri e Sessa Aurunca si recano a Roma il 17 giugno per opporsi alla chiusura dei punti nascita locali. Una delegazione istituzionale e cittadina difenderà il diritto alla salute e la sicurezza delle nascite nei territori isolati

Comunicato Stampa

4 Giugno 2025

I sindaci di Piedimonte Matese, Vittorio Civitillo, di Sapri, Antonio Gentile, e di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio, hanno annunciato una missione ufficiale a Roma per martedì 17 giugno 2025. Accompagnati da delegazioni istituzionali e cittadine, i primi cittadini si recheranno al Ministero della Salute per esprimere la loro ferma e pacifica opposizione alla chiusura dei punti nascita attualmente operativi nei rispettivi presidi ospedalieri. La decisione scaturisce dalla necessità di presentare direttamente al Ministero le preoccupazioni delle comunità locali, che vedono minacciato un diritto fondamentale: quello di partorire in sicurezza e con adeguata assistenza vicino al proprio luogo di residenza.

Punti nascita: presidi vitali per aree interne e isolate

I punti nascita di Piedimonte Matese, Sapri e Sessa Aurunca non sono considerati semplici reparti, ma presidi vitali di civiltà e prossimità sanitaria. Questi territori, caratterizzati da isolamento geografico, difficoltà nei collegamenti e carenza di strutture alternative, rendono la presenza di tali servizi indispensabile. La loro eventuale soppressione, secondo i sindaci, rappresenterebbe un drammatico arretramento del servizio sanitario pubblico, con gravi ripercussioni sulla natalità e sulla tenuta sociale ed economica delle aree interne, oltre a una pericolosa lesione del diritto alla salute.

Dialogo istituzionale per l’equità territoriale

Nonostante l’assenza di precedenti occasioni formali di confronto, i sindaci intendono agire nel pieno rispetto delle istituzioni e con spirito costruttivo, confidando nella disponibilità all’ascolto del Ministero della Salute. L’incontro del 17 giugno è concepito come un primo momento di dialogo istituzionale, finalizzato all’apertura di un tavolo tecnico. Questo tavolo dovrà tenere conto delle peculiarità territoriali, della viabilità, della distribuzione della popolazione e della reale accessibilità a servizi alternativi. I tre sindaci hanno congiuntamente dichiarato: «Non ci stiamo ad assistere passivamente allo smantellamento di un servizio essenziale. Le nostre cittadine e i nostri cittadini non sono cittadini di serie B. Difendiamo il diritto alla salute con fermezza e rispetto, chiedendo solo equità territoriale e attenzione alla realtà. Nessun privilegio, ma una sanità giusta, accessibile e sicura per tutti.»

La difesa di un diritto di cittadinanza e di futuro

L’iniziativa del 17 giugno, sebbene pacifica, ordinata e istituzionale, sarà decisa. I sindaci, supportati da rappresentanti civici, comitati e associazioni locali, ribadiscono un principio fondamentale: nessun territorio deve essere lasciato indietro. La difesa dei punti nascita viene elevata a difesa di un diritto di cittadinanza e di futuro per le donne, i bambini e le famiglie delle aree interne del Paese. I promotori concludono con un messaggio inequivocabile: «La salute non è un privilegio. È un diritto. Un diritto che siamo pronti a tutelare con ogni mezzo democratico.»

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