La cilentana Antonella Aliotta: “Serie A? Emozione indescrivibile”

Christian Vitale
antonella aliotta

Nelle scorse settimane la Royal Lamezia ha centrato la promozione nella Serie A di calcio a 5 femminile. La squadra calabrese dopo aver vinto il girone D di Serie A2 ha dovuto piegare anche il Pero, formazione vincente del girone A della seconda categoria del futsal in rosa. Nel team biancoverde milita da tre anni Antonella Aliotta, calcettista nata a Vallo della Lucania ed originaria di Palinuro. Questa qualche battuta concessa dalla stessa classe ’99 alla nostra redazione.

L’intervista ad Antonella Aliotta

“Dopo essere stata convocata per la terza volta dal presidente Mazzocca lo scorso agosto, non avrei mai immaginato di finire la stagione nel migliore dei modi anche se l’obiettivo Serie A ci era sfuggito nella scorsa stagione per un soffio. E’ stato un campionato entusiasmante e un crescendo di emozioni. In casa Royal mi sento in famiglia. La società è composta da persone sensibili e attente alle esigenze di ogni giocatrice, infatti la nostra vittoria è la vittoria di tutti. Si è realizzato un sogno ed è stata un’emozione indescrivibile”.

“Il girone D è abbastanza impegnativo, conoscevamo molte squadre con giocatrici forti e agguerrite. Tante trasferte erano molto distanti da Lamezia e questo ha richiesto un ulteriore sforzo fisico. Inizialmente la nostra squadra non era al completo, mancavano giocatrici e in più il nostro portiere Yasmin rientrava da un’ operazione post infortunio da un poco più di un mese, ma la società, sempre attenta, è corsa ai ripari. Ora la Serie A che è stato sempre il mio obiettivo più grande”.,

Sono una ragazza umile e coltivo aspettative realistiche. A livello personale sapevo che per crescere bisognava lavorare, sudare e credere più in me stessa. Grazie anche all’esperienza degli anni precedenti speravo di fare un buon campionato e di poter dare un aiuto concreto alla mia squadra. Un ricordo sui miei inizi? Quando ero piccolissima giocavo insieme ai maschietti, il pallone era sempre tra i miei piedi e soprattutto nella mia testa. Anche sulla spiaggia a Palinuro spesso palleggiavo con i miei amici e il mio papà, suscitando la curiosità dei passanti e lui fiero mi incitava a fare sempre meglio”.

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