
È un giorno di profondo lutto per il mondo del calcio e per la tifoseria della Salernitana. Carlo Ricchetti, l’ex calciatore noto come il “re del taglio”, è scomparso all’età di 55 anni a causa di una grave malattia che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari.
La notizia giunge poco dopo l’accorato appello lanciato dal suo grande amico ed ex compagno di squadra, Claudio Grimaudo, che solo un giorno prima aveva invitato la comunità granata a unirsi in una preghiera collettiva.
Grimaudo, “Cavallo Pazzo”, aveva condiviso un videomessaggio su “Goal su Goal” per sensibilizzare i tifosi sulla difficile battaglia che Ricchetti stava affrontando. Egli aveva sottolineato l’importanza del supporto della piazza in un momento così delicato.
“Ora serve la forza di tutta Salerno, il nostro Carlo Ricchetti sta attraversando un periodo difficile a causa di una malattia che lo ha messo a dura prova,” aveva dichiarato Grimaudo, aggiungendo anche una nota sulla riservatezza dell’amico in quel frangente: “Non scrivetegli: preferisce non sentire nessuno, è veramente molto provato.”
Tuttavia, Grimaudo aveva espresso fiducia nella forza del sostegno popolare per il compagno di tante battaglie: “Però l’aiuto di una tifoseria speciale come la nostra può dargli coraggio. Ne ha tanto bisogno. Forza Carlo. Tu sei un combattente…”
Purtroppo, la malattia con cui l’ex calciatore stava lottando da tempo ha avuto la meglio.
Nato a Foggia, Ricchetti è stato una figura centrale nella storia recente della Salernitana. Arrivato a Salerno nel 1993, ha vestito per più di 100 volte la maglia granata numero 7, distinguendosi per la sua intelligenza tattica fuori dal comune.
Esterno d’attacco nel tridente, l’ex numero 7 si era guadagnato il soprannome di “re del taglio” per la sua specialità nel gioco senza palla e per la «capacità senza eguali di attaccare lo spazio al momento giusto, senza finire quasi mai in fuorigioco, suggerendo il passaggio ai compagni». Il suo nome è inoltre legato a un celebre coro dei tifosi: “s’accentra e crossa e Pisano fa gol”.
Ricchetti era considerato un compagno di squadra ideale, «disponibile al sacrificio e pronto a coprire le spalle agli esterni bassi quando si sganciavano in avanti», sempre pronto a battersi per gli altri. Ha contribuito attivamente a due storiche promozioni dei granata: dalla Serie C alla B e il memorabile ritorno in Serie A.
Dopo aver chiuso la carriera da giocatore ad Angri, Carlo Ricchetti ha mantenuto un forte legame con Salerno e con il mondo del calcio. Negli anni, ha proseguito la sua passione come allenatore, sia in solitaria sia come vice di tecnici di rilievo, affiancando vecchi amici come Breda, Bucaro e Cudini.
Con la sua scomparsa, se ne va uno dei protagonisti della cosiddetta “Rossilandia” (la Salernitana di Delio Rossi), un uomo che, coerentemente con la sua indole, «se ne va in punta di piedi, in silenzio, dignitosamente, mai sopra le righe, come siamo stati abituati a conoscerlo».