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Coronavirus e ristorazione: intervista a Cristian D’Elia di Casal Velino

Continuano gli appuntamenti con i ristoratori cilentani che raccontano come stanno vivendo questa spiacevole situazione del covid-19. Ecco l’Intervista a Cristian D’Elia del ristorante Street Stritt di Casal Velino.

A cura di Bruno Sodano
Pubblicato il 3 Aprile 2020
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Il ristorante Street Stritt di Casal Velino Marina è un delizioso posto che si trova a due passi dal lungomare. Sono anni che il suo chef patron, Cristian D’Elia, lo gestisce in modo davvero esemplare. Sia per quanto riguarda le numerose difficoltà di un territorio particolare, sia per le sue abili mani che creano dei piatti davvero notevoli. Il punto di forza è la materia prima, sempre fresca e trattata con cura. Adesso, come tutti, ha dovuto chiudere causa emergenza internazionale” Covid-19” ma, nonostante sia molto realista, vede anche dei lati positivi. Scopriamo quali sono nell’intervista.

Come stai affrontando questa pandemia?

«Lavorativamente parlando non è semplice ma cerco di lavorare almeno tramite i social per restare in contatto con i miei clienti e mantenere vivo il nome del ristorante».

Qual è stata la prima cosa che hai pensato quando hai dovuto chiudere il ristorante?

«È stata una batosta anche perché ci sono tante spese da affrontare, qualche lavoro di manutenzione fatto nei mesi bui, scadenze da affrontare, etc… però ci siamo messi l’anima in pace, abbiamo capito la gravità della situazione e ci siamo messi buoni buoni a casa».

Quanti danni pensi stia ricevendo il tuo ristorante?

«Effettivamente tantissimi anche perché avevamo varie prenotazioni di alcuni eventi a maggio che sono saltati. Quelli di giugno sono ancora confermati ma non sappiamo come si evolverà la cosa».

Nel caso inizialmente si opterà solo per i servizi delivery, ovvero a domicilio, tu come ti comporterai?

«Io non ho una pizzeria integrata quindi dovrei pensarci bene. I miei piatti vanno mangiati subito. A casa arriverebbero comunque diversi e non so se mi conviene rischiare. Con l’asporto non riuscirei a trasmettere la mia idea di cucina, quindi non so».

Come stai impiegando il tuo tempo libero?

«Lo sto trascorrendo con Immacolata, mia compagna sul lavoro e nella vita. Lavorando sempre non avevamo il tempo di viverci come coppia. Adesso stiamo imparando tante belle cose l’uno dell’altro e ci sta migliorando molto sotto il punto di vista sentimentale. Vivendo in campagna ci godiamo la natura, giochiamo con il cane, stiamo vivendo una vita di coppia che prima ci era negata visto quello che facciamo».

Cosa stai cucinando di buono in questi giorni?

«Sto cucinando tante cose che mi ricordano il Cilento, ovvero tutti quei piatti che mi hanno dato emozioni fin da bambino con mia nonna, i miei genitori e mia mamma soprattutto che cucina in modo tradizionale cilentano. Anche se qualcosa la sto rivisitando in chiave moderna per prendere spunti per il prossimo menù».

Quale è la cosa che ti manca di più della tua vita prima del coronavirus?

«Sicuramente i genitori che non posso vedere adesso. Subito dopo la mia cucina e poi la vita sociale».

Quali valori stiamo riscoprendo?

«La semplicità e l’arte dell’arrangiarsi. Vivendo in campagna stiamo cercando varie erbe spontanee, curiamo le piante ed oggi ho piantato varie cose nell’orto».

Qual è la prima cosa che farai quando si potrà uscire di nuovo?

«Andare a trovare i miei genitori».

Che Cilento riesci ad immaginare quando tutto sarà finito?

«Sicuramente cambiato. Secondo me i primi giorni la gente continuerà a non uscire e stando con pochi soldi il commercio ne risentirà. Non sarà facile sicuramente ma, adesso, dobbiamo pensare a salvarci la vita».

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