I piccoli comuni rurali e montani di tutta Italia e quindi anche della Campania, in particolar modo del Cilento, sono accomunati da un problema tristemente noto negli ultimi anni: lo spopolamento.
Spesso alcuni luoghi vengono considerati lontani e scomodi da raggiungere nonostante le meraviglie locali, i paesaggi splendidi e la tranquilla e onesta gente del luogo. La frenesia della routine lavorativa quotidiana, la passione per le attività culturali e ricreative allontanano sempre più dai piccoli borghi. Questi hanno un tasso di invecchiamento superiore alla media e una forte dipendenza dai trasporti per raggiungere il luogo di lavoro o anche il più semplice supermercato. Si crea così un lento e inesorabile spopolamento di alcune zone remote che potrebbe portare all’abbandono totale di alcuni piccoli e preziosi borghi.
Nonostante le numerose iniziative sul territorio come la riqualificazione urbana e le nuove infrastrutture per aiutare il turismo locale, non è facile convincere i cittadini, in particolar modo le fasce più giovani, a resistere e superare gli ostacoli che si possono trovare scegliendo di abitare nei comuni più remoti o meno popolati.
Per costruire una famiglia in questi luoghi tendenti allo spopolamento, i giovani necessitano di un buon lavoro necessario a vivere in modo dignitoso e magari ad avere dei bambini. È facile capire come l’arrivo di un nuovo membro della famiglia comporti tutta una serie di costi che non è facile affrontare: dalla spesa necessaria per carrozzina e lettino, ai pannolini a cadenza settimanale, fino agli utili e pratici baby monitor, che tranquillizzano i genitori.
Nel corso degli anni, alcune lodevoli iniziative locali hanno offerto qualche incentivo ai cittadini, in particolar modo ai neo genitori, come ad esempio il bonus Nuovi Nati previsto dal comune di Sessa Cilento: una piccola cifra utile a incentivare le famiglie a fare figli e a restare sul territorio.
Dello scorso dicembre è invece l’approvazione di un decreto fiscale da parte della Camera riguardante la proroga del Bonus Bebè dello Stato Italiano, destinato anche ai nuovi nati o alle nuove adozioni per tutto il 2019. L’assegno di 960 euro annui (che raddoppia fino a 1920 euro in alcuni casi) mira a incentivare e agevolare i genitori in condizioni economiche più disagiate con una situazione economica equivalente (ISEE) non superiore ai 25.000 euro annui (7.000 euro per ottenere la cifra raddoppiata). In caso di nascita di un altro figlio, quindi successivo al primo, l’importo dell’assegno aumenta del 20%.
L’erogazione di questa cifra da parte dell’INPS avviene mensilmente tramite assegno per un dodicesimo della cifra prevista e si può ottenere presentando la domanda dal giorno della nascita (o dal giorno dell’ingresso nel nucleo familiare a seguito di un’adozione) e non oltre i 90 giorni (dalla nascita o adozione).
Non concorrendo a formare reddito ai fini fiscali, questo incentivo economico rivolto a tutti i cittadini italiani comunitari ed extracomunitari legalmente soggiornanti nel nostro paese, rappresenta un notevole contributo volto a convincere le famiglie dalla soglia di reddito inferiore e residenti nelle zone più difficili nel nostro territorio a continuare ad abitare in queste aree e a costruirsi un futuro migliore.