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Attualità

Centrale biomasse a Capaccio: Non esclusi rischi per la salute

Di Ernesto Rocco 7 anni fa
4 min. di lettura
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Centrale biomasse a Capaccio: incontro a Roma la scorsa settimana, ecco la situazione.

CAPACCIO. Il Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico hanno dato parere positivo alla realizzazione di una centrale a biomasse nel comune della Piana del Sele. A renderlo noto è Carmine Vona, a capo del comitato che ormai da tempo si batte contro la realizzazione dell’impianto. I due dicasteri, insieme a quello della Salute, erano stati chiamati in causa dal Consiglio dei Ministri, al quale gli enti regionali aveva rinviato la decisione sulla possibile realizzazione della centrale. Nonostante il comune di Capaccio ed i comitati abbiano più volte espresso perplessità sull’opera, mettendono in evidenza carenze e deficienze, nell’ultima riunione tenutasi a Roma è emerso invece un orientamento diverso. «Durante la riunione – ha spiegato Vona – abbiamo appreso che i due ministeri avevano espresso parere favorevole, mentre l’Istituto Superiore di Sanità, chiamato in causa dal Ministero della Salute, si è riservato di effettuare ulteriori approfondimenti prima di esprimersi». A questo punto la possibilità che sul territorio di Capaccio possa essere costruito l’impianto si fa sempre più concreta. «Mi appello al Governo Renzi e soprattutto al Pd – dice Carmine Vona – affinché evitino la realizzazione della centrale a biomasse». «La piana del Sele – aggiunge – stenta già a decollare e non è certo questo il posto dove si può realizzare l’impianto».

«L’istituto superiore di sanità, riservandosi ulteriori 180 giorni per effettuare dei monitoraggi non ha tolto i dubbi su possibili danni alla salute generati dall’impianto». E’ quanto ha evidenziato il sindaco, Italo Voza, a margine dell’incontro tenusosi a Roma. «Il comune ha ribadito la sua posizione sulla centrale – ha detto – ora spetterà alla segreteria del Consiglio dei Ministri esprimersi in base ai dati in suo possesso».

Il progetto di una centrale a biomasse a Capaccio è stato presentato dalla società Biocogein Campania. L’impianto dovrebbe occupare un’area di circa 21mila metri quadrati in località Sorvella-Scigliati, una zona prevalentemente agricola. Il costo di realizzazione sarebbe di circa otto milioni di euro. Il consiglio comunale capaccese si è già espresso negativamente sul progetto. Pareri negativi erano arrivati anche dalla Provincia, per motivi ambientali, e dal Consorzio Sinistra Sele, in quanto le emissioni dannose della centrale potrebbero ricadere nelle vasche di accumulo che alimentano le condotte idriche di sette comuni. Inoltre, secondo un dossier presentato a Roma dal comitato Sorvella-Sabattella, «l’impianto Biocogein non è conforme alla normativa regionale (essendo ubicato in zona agricola); al regolamento edilizio comunale; all’assetto infrastrutturale delle strade» e farebbe registrare diverse altre criticità. Dall’azienda, invece, hanno più volte smentito queste ipotesi, evidenziando che la centrale avrebbe portato in tutto il comprensorio uno sviluppo economico e lavorativo. Nonostante questo, però, i cittadini non hanno mai accettato di buon grado l’ipotesi di costruzione dell’impianto sul territorio comunale, temendo soprattutto danni ambientali e rischi per la salute. In più occasioni comitati e singoli cittadini hanno organizzato delle manifestazioni di protesta: nell’agosto dello scorso anno decine di trattori delle imprese agricole della Piana del Sele marciarono su Capaccio. Manifestazioni di protesta si sono svolte anche a Napoli nei pressi della sede della Regione Campania.

TAG: capaccio, carmine v, carmine vona, centrale a biomasse, Cilento, italo voza, paestum
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