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Stretto di Messina, un’opera necessaria? FareAmbiente dice sì, inorridisce Legambiente e Wwf e voi?

Nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri ha licenziato il testo del decreto che avvia alla revisione della progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina e alla sua costruzione

A cura di Silvana Romano
Pubblicato il 30 Marzo 2023
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Ponte Stretto Messina

Nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri ha licenziato il testo del decreto che avvia alla revisione della progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina e alla sua costruzione. Necessarie alcune integrazioni, sia di ordine tecnico che d’impatto ambientale.

Soddisfatto il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ritiene l’opera, il cui costo di aggira sugli 8 miliardi di euro, di fondamentale importanza. Plaude il presidente di FareAmbiente, Vincenzo Pepe, con la costruzione del ponte si abbatterebbero le emissioni di CO2 liberate dai traghetti che collegano la Calabria alla Sicilia.

Al centro del dibattito, l’opportunità di costruire un’ opera sepolta dai governi precedenti e riesumata negli ultimi tempi. I motivi sarebbero diversi.

I motivi del no

I costi del Ponte, dai 7 agli oltre 10 Miliardi di euro. In molti sollevano l’esigenza di altre opere, si pensi a quasi tutte le regioni del Sud che necessitano di una linea ferroviaria, alla Basilicata, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia, in parte o per niente servite dai collegamenti su strada ferrata, si viaggia, come ha scritto Legambiente “ su linee in gran parte a binario unico e non elettrificate”

Motivi geo-morfologici

La zona è a rischio altamente sismico e questo per due ragioni: la Sicilia fa parte della Placca Africana che spinge verso nord- nord- ovest, in direzione della cosiddetta l’Euroasia. Il Mar Tirreno, invece, spinge verso est- nord est, azionando una forza detta di estensione che dà il nome all’omologa zona in cui insistono Sicilia e Calabria. La situazione genera faglie estensionali che periodicamente si attivano, generando terremoti.

Motivi ambientali e di biodiversità

August David Krohn (1803-1891) zoologo di origine tedesca, definì lo Stretto di Messina “il paradiso degli zoologi”. In effetti lo Stretto di Messina è un luogo di transito per uccelli e mammiferi marini, un concentrato di biodiversità. I fondali sono cosparsi di posidonia e coralli, abitati da tonno rosso e pesci pregiati. Il WWF ricorda che l’area è ricompresa fra due Zone di Protezione Speciale (Costa Viola e Monti Peloritani) e 11 di Speciale Conservazione.

I motivi del Sì

Un’opera realizzata secondo i canoni della più raffinata ingegneria, plasmata su validi studi geologici e manutenuta potrebbe resistere anche ai terremoti. Sarebbe una sfida.

Un ponte ad un’unica campata, abbatterebbe i tempi di percorrenza dello Stretto di Messina del 50%, passando, dagli attuali 40-60 minuti in media, ai 20-30 minuti previsti.

Collegherebbe più agevolmente la Sicilia al “continente”, migliorando lo spostamento di uomini e merci.
Sono allo studio le ricadute in termini d’impatto ambientale e ricaduta economica.

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