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Pantaloni strappati e t-shirt vietate: ma il dress code tocca anche i prof?

Quando le regole sull'abbigliamento a scuola si estendono ai docenti, scoppia la protesta: chi ha l'ultima parola sul "vestire decoroso"?

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 25 Settembre 2025
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Professore

Succede spesso: le regole sul dress code a scuola sono un classico argomento di scontro tra studenti e dirigenti. Niente cappucci in classe, gonne troppo corte o pance scoperte. Ma cosa succede se le stesse regole, o almeno l’indicazione di un abbigliamento “decoroso”, vengono applicate… ai professori?

Proprio così. In diverse scuole in Italia è emerso un dibattito acceso, con i docenti che protestano contro l’imposizione di un codice di abbigliamento specifico, soprattutto se non esistono norme chiare e ufficiali a riguardo.

La contestazione dei Prof

La questione è chiara: la maggior parte dei docenti non contesta il principio di vestire in modo appropriato per un ambiente educativo, ma solleva un problema di legittimità.

Il punto fondamentale è questo: in Italia, non esiste una legge nazionale o un regolamento ministeriale che definisca in modo specifico come debbano vestirsi i docenti, a parte le norme generali di decoro (che già si applicano a tutti i dipendenti pubblici).

  • Cosa dicono i docenti? Che se un Regolamento d’Istituto (il documento interno della scuola) non specifica con precisione cosa è vietato (ad esempio, “vietate le magliette con scritte offensive” o “vietati i pantaloni corti”), un’imposizione generica del Preside o un richiamo su come si è vestiti rischia di essere illegittimo e arbitrario.
  • La Funzione Pubblica: I sindacati e i professori sottolineano che, in assenza di norme chiare, si rischia di violare la libertà personale e la dignità del lavoratore. La loro funzione è insegnare, non sfilare.

Cosa si intende per “Decoro”?

Questo è il nodo cruciale. La scuola è un luogo di formazione e, come tale, tutti (studenti e personale) sono tenuti a rispettare un certo standard di comportamento e, implicitamente, di abbigliamento. Ma quanto è soggettivo il concetto di “decoro”?

  • Per gli Studenti: Spesso si traduce in divieti più specifici (ad esempio, evitare crop top, canottiere eccessive o infradito). Questi divieti sono solitamente inseriti nel Regolamento d’Istituto e approvati dal Consiglio di Istituto, che include anche rappresentanti degli studenti e dei genitori.
  • Per i Docenti: Molti Presidi ritengono che un abbigliamento troppo casual (jeans strappati, t-shirt sportive, felpe con cappuccio) possa minare l’autorevolezza e la serietà della figura professionale. Ma chi decide esattamente dove si traccia la linea tra casual e inopportuno?

Il tuo Punto di vista conta

Questo dibattito non riguarda solo i “grandi”. La questione tocca il cuore di come si percepisce l’ambiente scolastico e la relazione tra docenti e studenti.

  1. Uniformità o Libertà? Un dress code anche per i prof aiuta a stabilire un confine chiaro tra vita privata e ruolo professionale, rendendo l’ambiente più formale? O è un’inutile limitazione della libertà di espressione che non ha nulla a che vedere con la qualità dell’insegnamento?
  2. L’Esempio: La scuola è anche un modello. Se agli studenti viene richiesto un certo rispetto per l’ambiente, è giusto che l’esempio arrivi anche dai docenti?

Per ora, la battaglia è aperta. La protesta dei prof chiede chiarezza normativa: o si stabiliscono regole precise e condivise, o le imposizioni basate sul semplice “gusto” del dirigente non possono reggere.

E tu cosa ne pensi? Un prof in t-shirt perde autorevolezza o l’importante è la lezione che fa? Dicci la tua nei commenti!

TAG:professoriscuola
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