Nato a Gioi, nel cuore del Cilento, Armando Salati fu una figura di primo piano nella diplomazia italiana negli Stati Uniti. Ricordato come vice console e console onorario a Filadelfia per ben 27 anni, dal 1913 al 1940, lasciò un’impronta profonda nel rapporto tra Italia e Stati Uniti.
Una vita al servizio del Paese
Primogenito di Ottavio e Adelaide, Salati dedicò gran parte della propria esistenza al servizio pubblico. Laureatosi in giurisprudenza in Italia, intraprese inizialmente la carriera militare come tenente dell’esercito. Tuttavia, nel 1912, in seguito a un invito del Re d’Italia, scelse di lasciare l’uniforme per entrare nel corpo diplomatico, accettando un incarico presso il Consolato italiano negli Stati Uniti. Nel 1921, in riconoscimento del suo impegno, fu insignito del titolo di Cavaliere della Corona d’Italia da Vittorio Emanuele III.
L’impegno a Filadelfia
La nomina a Console Onorario a Filadelfia nel 1913 rappresentò per Salati un grande motivo d’orgoglio. Nel corso del suo mandato, si distinse per la costante dedizione alla comunità italiana locale: assistenza consolare, promozione degli interessi nazionali e rafforzamento dei legami culturali tra i due Paesi furono il cuore della sua attività.
Nel 1940 concluse il suo servizio ufficiale, ma il legame con la comunità non venne meno. Già dal 1939, infatti, aveva assunto formalmente il ruolo di Console in seguito al richiamo in Italia di Edoardo Pervan, continuando la propria opera fino alla vigilia della guerra.
Gli anni difficili e l’eredità
Nel 1942, con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, le autorità americane ordinarono la chiusura dei consolati e il congelamento dei beni italiani, bloccando anche il rientro in patria di molti cittadini. Le attività diplomatiche italiane ripresero solo nel 1947, quando il consolato di Filadelfia venne riaperto come rappresentanza della neonata Repubblica Italiana.
Conclusa la carriera, Salati fece ritorno al suo paese natale, dove visse fino alla sua scomparsa, avvenuta il 4 gennaio 1963. Il suo nome resta oggi simbolo di integrità, dedizione e profonda passione per l’Italia, valori che hanno segnato in modo indelebile la sua opera diplomatica e il suo rapporto con la comunità italo-americana.