Nel mondo dello calcio, in questo periodo di stop forzato, molte societĆ hanno sfruttato il web per pubblicare pensieri, stati dāanimo e allenamenti dei propri atleti. Dirette social e interviste scritte hanno fatto da padrone per tenere viva lāattenzione anche sul lato sportivo. Attivissima laĀ Polisportiva Santa Maria, che ha raggiunto, tra gli altri, Ivan Solimeno, attuale tecnico della formazione Juniores. Questa lāintervista rilasciata dallāallenatore allāufficio stampaĀ deiĀ cilentani,Ā primi nel gruppo B dāEccellenza regionale.
Polisportiva Santa Maria, intervista a Ivan Solimeno
Ivan Solimeno raccontaci la tua esperienza legata ai colori giallorossi. Come ĆØ andata sin ora?
āLāesperienza di Ivan Solimeno con la Polisportiva Santa Maria ĆØ qualcosa di fantastico. Sono 4 anni che faccio parte di questa grande famiglia, di questo grande progetto la quale io faccio parte. Quattro anni fa arrivarono le chiamate del direttore Giannella e Guariglia per occuparmi del gruppo Giovanissimi Regionali 2002. Abbiamo fatto una bella stagione con quella squadra, in campionato siamo arrivato a un passo dalla finale playoff. Erano tanti anni che una compagine cilentana non raggiungeva unāobiettivo cosƬ. Questo ĆØ dovuto al grande lavoro che venne fatto in quel periodo di scouting da parte della societĆ . La mia esperienza, poi, ĆØ proseguita con il settore giovanile, e infatti questāanno guido la Juniores. Un gruppo con il quale abbiamo fatto un discreto campionato. Ho incontrato persone fantastiche come il Presidente, il direttore Guariglia, e anche i nostri magazzinieri Marcello, Gerardo e Costabile. Mi trovo davvero in unāambiente fantasticoā.
Qual ĆØ lāarma vincente, secondo te, per la costruzione di un settore giovanile fruttuoso ed efficiente, come quello della Polisportiva Santa Maria?
āNoi dobbiamo partire dalla base che ĆØ costituita da uomini e societĆ che in questo caso a noi non ci ha mai fatto mancare nulla sotto tutti gli aspetti. Nel mio primo anno avevamo fatto le cose alla grande. Dovevamo proseguire in quella direzione perchĆ© avevamo creato gruppi selezionati e dovevamo perseguire su quella linea. Al di lĆ degli istruttori che devono essere gente esperta e capace, bisogna fare scouting e godere di un gruppo di 20 giocatori per ogni fascia di etĆ . Questo ĆØ lāobiettivo.Ā Anche sotto questo aspetto stiamo crescendo,Ā perchĆ© la nostra scuola calcio ĆØ ricca di tesserati. Per i gruppi agonistici, invece, dobbiamo fare in più soprattutto per quanto riguarda 2003, 2004 e 2005Ā perchĆ© lāanno prossimo con i 2004 si andrĆ a formare un bel gruppo di Allievi Regionali, 2005 mini Allievi, e 2006 Giovanissimi puri. Su questi tre gruppi, compresi 2007, dobbiamo cercare di fare più scouting e di avere più possibilitĆ di reclutare giocatori. Avere gruppi folti, di qualitĆ e avere almeno 20 giocatori a disposizione per poter costruire qualcosa di importanteā.
Come nasce la passione per il calcio dellāattuale tecnico della Juniores della Polisportiva Santa Maria?
āLa mia passione per il calcio ĆØ nataĀ perchĆ© abitavo a 100 metri da un campo sportivo. Nel 1977-78 ho visto più volte il Milan, e miĀ piacevano molto Maldera e Rivera. Rimasi affascinato dai coloriĀ rossoneri, e da lƬ ĆØ nata poi la passione per il calcio. Avendo il campo cosƬ vicino andavo sempre a giocare, non era come adessoĀ che ci sono scuole calcio. Cāerano campi di terra dove ci si incontrava con altri ragazzi e si iniziava a giocare. Ovviamente, però,Ā guardo tutte le partite quando mi ĆØ possibileĀ perchĆ© sono un grande appassionatoā.
Qual ĆØ, secondo te, lāaspetto più importante da trasmettere ai ragazzi?
āLāaspetto più importante da trasmettere ai giovani ĆØ quello di essere tranquilli e di avere sicurezza nei propri mezzi. Fargli capire che bisogna sempre lavorare con grande spirito ed entusiasmo ascoltando i consigli dellāallenatore lavorando in settimana con grande sacrificio. Questo Ć© il consiglio che posso dare ai giovani, perchĆ© solo attraverso il lavoro e la capacitĆ di ascoltare il tecnico si può migliorare e conseguire traguardi importanti. Noi nel calcio abbiamo grandi esempi, giocatori che avevano qualitĆ non eccelse che hanno fatto grandi carriere. Ad esempio, Gattuso, Colombo e tanti altri giocatori che non erano eccelsi dal punto di vista qualitativo ma che avevano grande spirito di sacrificio e grande capacitĆ di lottare e mettersi a disposizione dellāallenatoreā.
In cosa bisogna migliorare in Italia per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani?
āNoi in Italia abbiamo meno coraggio rispetto agli altri paesi europei,Ā perchĆ© se vediamo la Spagna, lāOlanda e la Francia ci sono giocatori molto giovani che hanno giĆ Ā fatto una carriera importante. Lāesempio lampante ĆØ Mbappe del PSG e qualche altro giocatoreĀ che nonĀ menzionoĀ perchĆ© stiamo parlando di calciatori che hanno unaĀ qualitĆ ā al di fuori dal comune. Sono dei campioni non costruiti, ma che ci sonoĀ giĆ ā nati. Bisogna dire che noi dobbiamo avereĀ piùā capacitaā di dare spazio ai giovani, soprattutto se hanno talento eĀ qualitĆ ā. Molte volte questo viene precluso perchĆ© si tende a far giocare il giocatoreĀ piuā esperto che haĀ piùā partite sulle spalle, peroā io sostengo che se un giocatore haĀ qualitĆ ā ed ĆØ giovane deve giocare e deve avereĀ piùā spazio. I giovani rappresentano il futuro in tutto, e questo lo dimostrano molte squadre dove cāĆ© unāetaā media bassa e che allo stessoĀ tempo portano a casa risultati. Più spazio e visibilitĆ ai giovani, soprattutto se ha grandiĀ qualitĆ āā.
Cosa bisognerebbe instaurare, secondo Ivan Solimeno, per potenziare ancor di più il settore giovanile italiano?
āBisogna partire da un presupposto iniziale che ĆØ quello che anche nel settore giovanile le squadre che hannoĀ piùā risorse acquistano giocatori stranieri di qualitĆ . Non ho nulla contro gli stranieri, ma dobbiamo prima salvaguardare il nostro calcioĀ monitorando tutta lāItalia, da Lampedusa a Trento, analizzando se ci sono calciatori diĀ qualitĆ ā. Oggi viviamo in unaĀ societĆ ā dove non tutti si possono permettere di andare a scuola calcio, e ci sono molti ragazzi che hanno capacitaā e non vengonoĀ perchĆ©ā economicamente non possono permetterselo. Noi dobbiamo andare anche a scovare chi eā quelĀ giocatore che sta in strada,Ā perchĆ©ā ai miei tempi noi giocavamo per strada mettendo le pietre per fare leĀ partitelle. Per questo vediamo che i talenti vengono dalle zoneĀ piùā emarginate del mondo che socialmente hanno poco. Noi dobbiamo andare a scovare i talenti ovunqueā.
āPer salvare il nostro calcio dobbiamo prima pensare ai nostri giovani italiani, e posso garantire che ce ne sono davvero tanti. Un tecnico italiano disse che gli italiani hanno poca voglia di lavorare. Questo eāĀ unāelemento daĀ prendere in considerazione,Ā perchĆ©ā viviamo in unaĀ societĆ ā iper consumistica dove ognuno di noi ha un telefono e un computer ed eāĀ piùā portato a stare vicino ad uno di essi e a giocare poco a calcio.Ā Questo lo noto anche in alcuni ragazzi dove cāeā poca voglia di venire al campo e di venire ad allenarsi. Dobbiamo essere bravi noi a stimolarli e a farli venire a giocare, facendoli divertire e dandogli queste direttiveā.
Un consiglio ai bambini su cosa fare a casa durante lāemergenza coronavirus?
āAi bimbi si possono dare diversi consigli in base allo spazio che loro hanno aĀ disposizione,Ā perchĆ©ā anche in questo caso la situazione attuale eā un poā discriminante.ā Cāeā chi vive in un condominio piccolo e chi unāabitazione privata dove ha aĀ disposizione un giardino per giocare tutto il tempo che vuole. ChiĀ abita in un condominioĀ puòā divertirsi facendo i palleggi con la carta igienica, oppure usando i palloni di spugna cerando di giocare mettendo anche qualche bottiglia di plastica per fare gli slalom. Chi ha un giardino, ovviamente, haĀ piùā spazio per svariare. Lāaspetto da prendere sempre in considerazione, comunque, ĆØ quello di giocare eĀ divertirsi senza pensare ad altroā.