Il disegno di legge costituzionale sul taglio dei parlamentari ha ottenuto il via libera in un Parlamento quanto mai unito. Ciò almeno in apparenza, poiché molti deputati e senatori, lontano dai riflettori, hanno dichiarato la loro contrarietà alla riforma. Ma quali sono le novità?
Cosa prevede il disegno di legge sul taglio dei parlamentari
La nuova normativa riduce il numero di senatori da 315 a 200, mentre i deputati passano da 630 a 400. L’obiettivo è tagliare i costi della politica, ma anche mettere fine all’idillio dei parlamentari attaccati alla poltrona. “In 10 anni il taglio dei parlamentari può far risparmiare 1 miliardo di euro alle casse dello Stato”, aveva dichiarato Luigi Di Maio, sottolineando peraltro come questi soldi possano essere utilizzati per aprire 133 nuove scuole, per comprare 13mila ambulanze o per mettere in pista 133 nuovi treni per i pendolari. Alla Camera il risparmio sarebbe di una cinquantina di milioni di euro l’anno, mentre al Senato si arriverebbe a circa 28 milioni di euro. Secondo gli esperti, quindi, il risparmio complessivo su 10 anni sarebbe del 20% inferiore a quanto proclamato da Di Maio.
I problemi di rappresentatività per Cilento e Diano
Costi a parte vi è un problema addirittura più grave e che interessa da vicino il territorio del Cilento e Vallo di Diano: la rappresentatività. Molte aree del Paese, in particolare quelle meno popolose e periferiche, rischiano di restare senza un referente in Parlamento.
Oggi in Italia abbiamo un deputato ogni 97.696 abitanti e un senatore ogni 195.393 abitanti. Con la nuova legge avremo un deputato ogni 154.021 abitanti e un senatore ogni 308.042 abitanti. Ogni parlamentare rappresenterà un bacino decisamente più ampio di cittadini, dovendo dunque mediare tra un numero di interessi e necessità decisamente maggiori. Ciò comporterà uno scollamento sostanziale tra rappresentanti e rappresentati. Il problema è che tutto questo non viene accompagnato da altre modifiche a livello costituzionale, che vadano a tutelare la rappresentatività parlamentare alla luce della riduzione drastica dei rappresentanti. La legge sul taglio dei parlamentari avviene infatti in modo isolato, senza alcuna contestualizzazione e forzando unicamente il concetto di riduzione dei costi di una politica imbrogliona, che mangia sulla pelle dei cittadini. Un discorso che nella logica populista funziona, ma che poi nella realtà è deficitario dal momento che non si vive di soli slogan.
Taglio dei parlamentari: le voci del territorio
Ed ecco allora le polemiche, che timidamente partono anche dal Cilento e Diano, a costo di scontrarsi con l’imperante populismo. Simone Valiante, che le aule del Parlamento le conosce per aver rivestito il ruolo di deputato Pd, si mostra critico: “I dati di tutti i Paesi europei dimostrano come la scelta fatta dal Parlamento di una riduzione così drastica del numero dei parlamentari, ridurrà in Italia lo spazio di rappresentanza molto al di sotto delle altre grandi democrazie europee, con buona pace dei territori soprattutto più periferici”.
“Sarebbe stato molto più serio occuparsi della riforma dei regolamenti parlamentari – prosegue – approfondendo la capacità di una grande democrazia di restituire un ruolo alla funzione legislativa, attraverso il recupero, per esempio, della legislazione di iniziativa parlamentare che nel corso di ogni legislatura viene praticamente ignorata per affrontare solo leggi di iniziativa governativa. Bisognava discutere, poi, di un sistema elettorale che restituisse realmente ai cittadini il potere di scelta”.
Parole non condivise – ovviamente – dai rappresentanti dei 5 Stelle, ma da molti altri sindaci del comprensorio cilentano-valdianese si. Critiche bipartisan che arrivano anche dagli esponenti del centro-destra come Pino Palmieri, vicino alle idee della Lega. Sono solo i politici a lamentarsi? Mera questione di interesse? No, perché anche tanti cittadini hanno colto i rischi per il territorio della nuova legge. Non manca però chi racconta un’altra verità: “Non siamo mai stati realmente rappresentati, non cambierà nulla”. Una visione catastrofista del futuro, basata su un passato dal quale, probabilmente, ci si aspettava di più.