PETINA. 200mila euro per riuscire a “riveder le stelle”. Sono stati stanziati 200mila euro per la riqualificazione tecnologica hardware e software dell’osservatorio Astronomico. E il bando è già stato pubblicato.
Da risorsa a speranza disattesa. L’Osservatorio astronomico Aresta di Petina risulta essere non funzionante da oltre 6 anni. Il sindaco Domenico D’Amato ha chiesto di accedere a dei fondi per poter far rinascere la struttura che si trova nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e la richiesta è stata accettata. Duecentomila euro potranno servire proprio a questo scopo.
L’Osservatorio Astronomico si trova in cima agli Alburni, in località Aresta di Petina, a 1300 metri di altitudine, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
La struttura è nata da un vecchio “casone” che, immerso nel verde dei pianori degli Alburni, ricovero di pastori e mandriani, fu fatto costruire molti anni fa dalla Comunità montana Alburni. L’Osservatorio nel tempo era diventato uno dei più grandi osservatori amatoriali d’Italia, attualmente è “fuori uso” da oltre 6 anni per la mancanza di fondi necessari a ripristinare l’intera struttura.
L’Osservatorio ospita una cupola di 5 mt. di diametro, dentro cui è custodito il suo cuore: un riflettore in vetro ceramica Astrositali di ben 850 mm di diametro, per un peso complessivo di 1800 kg, realizzato dalla Dub Optika di Francesco Fumagalli, con sede a Barasso, Varese. La configurazione ottica Ritchey-Cretien è associata a un tubo in fibra di carbonio, che permette massima leggerezza accoppiata alla massima rigidità: la montatura equa¬toriale ha puntamenti completa¬mente computerizzati sincronizzati con la rotazione della cupola.
«Abbiamo, in collaborazione con la nuova amministrazione del comune di Petina, con Domenico D’Amato sindaco, presentato un Psr per accedere a fondi con cui poter riparare l’intera struttura. I problemi, purtroppo, sono innumerevoli- aveva spiegato tempo fa Ettore Marmo, ingegnere meccanico che per anni, assieme all’Associazione “Astrofili degli Alburni”, ha gestito la struttura con le proprie risorse e forze- A quell’altitudine, la cupola, non coibentata, rimane per lunghi periodi sotto la neve e la parte elettronica ne risente. Non solo, la scheda del pc che guida il telescopio si è nuovamente rotta, essendo un pezzo unico nel suo genere, ed avendo già faticato anni fa per recuperarne una, ha messo fuori uso tutto il sistema. Non si trova in commercio, quindi il telescopio è rimasto abbandonato».
Un’odissea quella dell’Osservatorio, per via della delicatezza e particolarità delle attrezzature che parte dal 2001, a pochi anni dalla sua messa in funzione, 1999/2000. Ma ora tutto potrebbe ritornare a funzionare.