Crisi del settore castanicolo, ‘non lasciamo sole le aziende’

Katiuscia Stio

Il 2016 peggior anno di sempre

CASTEL SAN LORENZO. Con una delibera di Giunta il comune guidato dal sindaco Giuseppe Scorza da il proprio sostegno all’Associazione castanicoltori Campani e all’Associazione Verde Collina che chiedono alla Regione Campania e all’Assessorato all’Agricoltura di non abbandonare le aziende agricole messe in ginocchio dal Cinipide galligeno.
Con una nota inviata a vari Enti comunali, l’Associazione Castanicoltori Campani e l’Associazione Verde Collina evidenziano la grave situazione in cui versa la Filiera Castanicola Campana. Da oltre sette anni il settore è in piena emergenza fitopatologia causata dal cinipide galligeno del castagno, la Filiera Castanicola rivestendo una considerevole importanza economica, sociale, ambientale, paesaggistica e idrogeologica con i suoi oltre 15,000 ettari di castagneti non può essere abbandonata.
«A Castel San Lorenzo non ci sono grossi produttori di castagne ma ci sono concittadini che lavorano presso aziende, inoltre per il bene del territorio- Roccadasdipe, Felitto, Magliano sono i grandi produttori castanicoli- abbiamo deciso, come Amministrazione, di dare il nostro sostegno e supporto alla causa» dichiara il sindaco Scorza.
I dati produttivi della filiera castanicola degli ultimi 5 anni sono i peggiori dell’ultimo secolo: il dato produttivo del 2014 è stato -95%, nel 2015 si è avuta una timida ripresa ma la produzione si è attestata a 70%. Il danno economico negli ultimi cinque anni per la sola produzione vendibile ha superato i 200milioni di euro. Nel 2016 il crollo produttivo è superiore a quello del 2014, -95%, nel 2014 si era data la possibilità a molte azienda di avere un ristoro, così come nel 2012 ma purtroppo non tutte le aziende hanno potuto presentare domanda di calamità . Sono circa 2.000 le persone fisiche, proprietarie di piccoli castagneti che secondo i dati della Associazione sono stati escluse e chi è rientrato nell’ elenco degli idennizzi,, invece, non ha avuto un giusto ristoro. «Se dovesse risuccedere quello che è avvenuto nel 2012, cioè l’importo assegnato è a mala pena stato sufficiente a coprire i costi tecnici di presentazione delle domande e della loro istruttoria, saremo costretti a constatare che il sistema continua ad ingannare che fa impresa nel mondo agricolo e che , di fronte a tale calamità, che dura da più di cinque anni, che ha messo in ginocchio migliaia di aziende agricole de di famiglie nelle zone interne della Campania, non vi sono rispetto, sensibilità e soprattutto parità di trattamenti come avvenuto in altri settori economici.(…) Si chiede dunque al presidente della Giunta regionale della Campania ed al consigliere delegato dell’Agricoltura un’azione concreta per rappresentare con energia e le giuste argomentazioni il rispetto di migliaia di produttori che in questi anni stanno sopportando doppiamente la crisi economica»

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