La tombola rappresenta uno dei pilastri inamovibili delle festività natalizie in Italia, un rituale familiare che va ben oltre il semplice intrattenimento. La sua origine affonda le radici nella necessità di trovare un’alternativa al gioco del lotto, che storicamente veniva vietato proprio durante il periodo delle feste. Da questa esigenza è nato un gioco capace di unire generazioni, basato su un sistema di significati profondamente legato alla smorfia napoletana, dove ogni numero estratto evoca un’immagine, un simbolo o un aneddoto della cultura popolare.
Le radici della numerologia: dall’1 al 30
La numerologia della tombola è un viaggio tra sacro, profano e vita quotidiana. Si parte dal numero 1, l’Unità o “Il primo”, che indica una cosa unica e irripetibile, ma che storicamente ha assunto anche il significato di Italia. Procedendo nel tabellone, incontriamo figure domestiche come la 2, ‘a piccerella (la bambina), e la 3, ‘a Gatta. Non mancano riferimenti antropomorfici come il 4, ‘o puorco, utilizzato per descrivere sia l’animale che un uomo poco garbato.
Il legame con la spiritualità e la fortuna è evidente nei numeri 8, ‘a Maronna, e 13, Sant’Antonio, protettore di Padova. Al contrario, il 17 è associato a ‘a disgrazia: questa credenza deriva dalla traduzione in numeri romani (XVII) che, anagrammati in VIXI, in latino significano “ho vissuto”, ovvero “sono morto”. La fortuna vera, invece, è rappresentata dal 16, ‘o culo, inteso proprio come un evento favorevole inaspettato.
Simbolismo e tradizioni popolari: dal 31 al 60
Proseguendo nell’estrazione, i numeri riflettono spaccati di vita sociale e culinaria. Il 32, ‘o capitone, richiama l’anguilla femmina, piatto simbolo della cena di Natale a Napoli. Il 33 rappresenta “ll’anne ‘e Cristo”, l’età della crocifissione, mentre il 42 celebra ‘o caffè, bevanda cardine della cultura partenopea.
Uno dei numeri più celebri e iconici è senza dubbio il 48, “’o muorto che parla”. All’interno della smorfia, questa figura è considerata di buon auspicio o un monito, poiché si ritiene che il defunto possa fornire consigli o numeri vincenti attraverso i sogni. Anche il 57, ‘o scartellato (il gobbo), occupa un posto di rilievo nella superstizione popolare: si ritiene infatti che toccare la sua gobba sia un potente gesto portafortuna.
Dal sociale al sacro: i numeri finali fino al 90
Gli ultimi numeri del tabellone spaziano tra figure carnascialesche e concetti astratti. Il 71, l’uomo di merda, definisce una persona inaffidabile, mentre il 75 è dedicato a Pulcinella, maschera simbolo di Napoli e portafortuna universale. La dimensione religiosa torna con il 74, ‘a rotta (la grotta di Gesù), e l’85, le anime del purgatorio.
Il percorso si conclude con immagini di abbondanza e timore: l’82, ‘a tavula ‘mbandita, rappresenta il desiderio di riscatto dalla povertà attraverso il cibo, mentre il 90, il numero finale, è ‘a paura.
Il linguaggio della smorfia tra citazioni e cultura
L’utilizzo dei termini dialettali durante l’estrazione è ciò che rende la tombola un’esperienza viva. Molti numeri descrivono tipi umani o situazioni sociali specifiche, come nel caso del 43, definito come “’onna pereta fore ‘o barcone”, immagine che descrive una “donna pettegola e solitamente facente parte del popolo”.
Altre definizioni mantengono un legame stretto con la realtà lavorativa o militare del passato, come il 30, ‘e ppalle d’o tenente, la cui traduzione letteraria è “le munizioni del tenente”, o il 24, ‘e gguardie, che identifica le forze dell’ordine o le guardie carcerarie. In questo contesto, ogni estrazione diventa un racconto corale che tiene viva la memoria storica e linguistica del territorio.
