La Salernitana è in C, questo è il verdetto maturato nella serata di ieri. Il campo, dunque, ha parlato, anzi ha parlato soprattutto l’Arechi con uno sfogo tale da causare la sospensione definitiva della gara. Il sipario sulla stagione della Salernitana cala con uno spettacolo che più brutto non si poteva immaginare, degno epilogo di una stagione disastrosa.
Disastro annunciato
Questa stagione è partita con un’estate estremamente caotica e gremita di malintesi, consumata tra discussioni da parte della società con la stampa, con i tifosi, la mancata cessione, i colpi di mercato “chiusi” da Petrachi e poi annullati. Dunque, già a monte si avvertivano il presagi di un’annata affannosa e turbolenta. Nel corso del campionato, infatti, i granata hanno cambiato ben tre volte la guida tecnica, ingaggiando quattro allenatori. Nessuno dei quali capace di toccare le corde di una squadra troppo spesso insicura e quasi sempre prevedibile e stantia.
Il cambio di avversaria
Nel finale si è aggiunto anche il contributo della Lega, che avrebbe potuto gestire la “questione Brescia” in modo certamente migliore. Il cambio di avversaria, dal Frosinone alla Samp, lo stop che ne è conseguito (con le relative diatribe legali) hanno scaricato completamente le pile di una Salernitana che, faticando, si stava incamminando verso una stagione in crescendo.
Le responsabilità della società
Nella notte è arrivato l’esonero immediato di mister Marino e del ds Valentini. Sembra l’ennesima mancata assunzione di responsabilità da parte di una società spesso assente. Attribuire a Marino la colpa della retrocessione è certamente ingiusto, poiché dei quattro allenatori a sedere sulla scomoda panchina granata il mister siciliano è stato quello che ha inciso di più. Al di là dei “processi a posteriori, ormai il campo ha dato il proprio verdetto (probabilmente controverso) determinando la retrocessione ingiusta, quanto paradossalmente meritata, della Salernitana. Nella prossima stagione si dovrà cambiare tutto, ma soprattutto imparare ad assumersi la responsabilità dei propri errori (da cui si può sempre imparare).