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Bambino sbranato da pitbull ad Eboli, Animalisti Italiani: “Serve più responsabilità, non soppressione”

"Non esistono cani cattivi, solo persone che non li trattano nel modo giusto"

A cura di Ernesto Rocco Pubblicato il 22 Aprile 2024
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Arrivano ancora reazioni sulla morte del bambino di 15 mesi ucciso da due pitbulla Eboli, in località Campolongo. La tragedia si è consumata questa mattina, sconvolgendo la comunità. Ferita anche la madre del piccolo, che ha tentato invano di difenderlo.

“Non colpevolizziamo le razze”

“Siamo sconvolti e addolorati per queste terribili tragedie”, dichiara Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus. “Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie coinvolte. Ma attenzione, non possiamo criminalizzare interi gruppi di cani per questi fatti. Non esistono razze aggressive, ma cani che, come gli esseri umani, possono ammalarsi, impazzire o aggredire a causa di situazioni problematiche o negligenza umana”.

Secondo Caporale, il pitbull è un cane che ha bisogno di un “capobranco”, e non di un dominatore, che lo guidi e lo sostenga. “Nonostante la sua forza fisica, il pitbull possiede una delicatezza caratteriale che lo rende particolarmente sensibile”, spiega il presidente di Animalisti Italiani Onlus. “Per questo motivo, chiediamo che i cani non vengano soppressi, ma affidati a persone competenti che sappiano prendersene cura adeguatamente. Noi di Animalisti Italiani Onlus siamo pronti ad accoglierli”.

“Serve più responsabilità, non soppressione”

Catia Piscitelli, membro del Direttivo di Animalisti Italiani Onlus, aggiunge: “Il legame tra cane e compagno umano dovrebbe basarsi sull’amore reciproco e sul rispetto. Liberiamo i pitbull e tutti gli altri cani dai pregiudizi. Ogni cane, a prescindere dalla razza o dal sesso, può essere un amico fedele e non aggressivo. Certo, i pitbull hanno un temperamento energico, ma non necessitano di essere dominati, bensì accolti con responsabilità e autorevolezza. Con amore, rispetto ed educazione adeguati, possono diventare compagni di vita affidabili e generosi”.

“È nostro dovere ascoltare le loro esigenze e occuparci seriamente del loro benessere fisico ed emotivo“, conclude Piscitelli. “Non esistono cani cattivi, solo persone che non li trattano nel modo giusto, con competenza, rispetto e amore. Il vero lavoro sta a noi: amarli e rispettarli per ciò che sono. Serve più responsabilità da parte dei proprietari degli animali e un rigoroso rispetto delle normative relative al possesso e alla gestione corretta dei cani. Il loro comportamento è determinato dal trattamento e dall’ambiente in cui vivono. Una soluzione potrebbe essere la regolamentazione della gestione di alcune razze di cani, come ha già fatto il Comune di Milano con l’istituzione di un patentino per la detenzione di alcune razze“.

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