Il sindaco Italo Voza: speriamo presto di ratificare un gemellaggio
CAPACCIO PAESTUM. “Palmira vive a Paestum”: lo ha detto commossa Fayrouz Asaad archeologa e figlia di Khaled al-Asaad, testimone eccezionale stamattina dell’Accordo di amicizia firmato alla BMTA 2016, nel corso della Conferenza #Unite4Heritage for Palmyra, tra il Sindaco di Capaccio Paestum Italo Voza, l’ultimo Direttore per il Turismo di Palmira Mohamad Saleh, il Direttore del Marketing e Promozione del Ministero del Turismo a Damasco Barsek Bassam alla presenza del Direttore della Borsa Ugo Picarelli. Un atto che è servito a suggellare la comunione e la vicinanza tra “due testimonianze straordinarie nel mondo di civiltà millenarie all’insegna del rispetto delle persone e della democrazia” come ha evidenziato il Sindaco Voza, auspicando che l’accordo possa essere presto ratificato in un vero e proprio gemellaggio non appena la città di Palmira riavrà il suo assetto governativo. “Un’intenzione che speriamo di suggellare nella prossima edizione della Borsa”, ha auspicato Picarelli.
LA RICOSTRUZIONE IN SIRIA – Restituire a Palmira il suo splendore e ricostruire quanto distrutto dall’ISIS per restituire ai siriani ciò che faceva parte del loro patrimonio e del loro ambiente culturale: è il monito partito dalla XIX Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, dedicata proprio alla città carovaniera simbolo della furia del Califfato e finalmente tornata sotto il controllo dell’esercito regolare. “I nostri esperti in archeologia e architettura sono già al lavoro e stanno elaborando un piano di studio anzitutto per ripristinare i servizi, le infrastrutture e la sicurezza della zona di Palmira. – ha spiegato a margine dell’incontro il Direttore del Marketing e Promozione del Ministero del Turismo a Damasco Barsek Bassam – Presto sarà stilato un elenco di cose da fare per la ricostruzione, con una previsione certa dei tempi richiesti. Siamo assolutamente concordi che andrà fatta con il coordinamento di Istituzioni internazionali come l’Unesco e l’ICCROM”. “Pieno rispetto della sovranità nazionale, coordinamento e controllo dell’Unesco e ampia collaborazione internazionale” sono i tre principi a cui si dovrà attenere la ricostruzione del patrimonio culturale e monumentale in Siria secondo Paolo Matthiae Archeologo e Direttore della Missione archeologica in Siria “Sapienza” Università di Roma, il quale ha avvertito che sarebbe “inaccettabile un neocolonialismo” in quello che lui ha definito “Il paese più ospitale e generoso per le autorizzazioni alle operazioni di scavo”, ricordando i gravi danni della crisi come “le oltre trentamila fosse di scavi clandestini stimati solo ad Apamea”. “Bisognerà restituire alla popolazione i siti come erano, anche se si tratta di riproduzioni, se questo sarà il loro desiderio”, ha raccomandato l’Ambasciatore Unesco.
Francesco Caruso, Consigliere ai Rapporti Internazionali e all’Unesco del Presidente della Giunta Regionale della Campania, che ha puntato il dito sui rischi della radicalizzazione dell’ideologia anche dell’Occidente e ha aggiunto: “riprendiamo la via politica armati di cultura”. “Non posso immaginare di vedere il Parco Archeologico di Palmira senza l’Arco monumentale. Sono sicuro che sia giusto ricostruire tutto come era e soprattutto lavorare per restaurare la mentalità dei nostri bambini che hanno visto bombe, sangue, distruzione”, ha detto Mohamad Saleh, protagonista, insieme a Fayrouz Asaad anche di un commosso incontro con i protagonisti. Un lungo applauso ha accolto la figlia dell’archeologo trucidato dall’ISIS, giunta a Paestum dalla Germania dove si è rifugiata un anno e mezzo fa con il marito e la figlia e dove ha da poco ripreso i suoi studi in archeologia. Già assistente del fratello Walid, ultimo Direttore della Città Antica e del Museo di Palmira, ha raccontato di aver visto con i suoi occhi quello che “gli ignoranti” hanno fatto al suo Paese. “Sono molto contenta di essere con voi – ha detto Fayrouz con la voce rotta dalla commozione – grazie mille all’Italia e alla Borsa per quello che ha fatto per la Siria. Grazie a Dio mio padre è morto prima di vedere la distruzione dei monumenti che tanto amava. Adesso vedo l’anima di mio padre attraverso voi. L’Italia è famosa per i suoi esperti archeologici e spero che possa partecipare al restauro di Palmira quanto prima”. Intanto, gli italiani potranno presto scoprire i tesori della città raccontate proprio da Khaled alAssad: grazie ad un’iniziativa di Archeo patrocinata dall’Unesco, sarà tradotta in italiano la guida scritta in inglese dall’archeologo. “Spero sia pronta massimo per inizio 2017 – ha spiegato il direttore della rivista Andreas Steiner – e che sia di buon auspicio affinché si possa tornare a visitare Palmira quanto prima”.