La Giunta Regionale della Campania ha diffuso delle linee di indirizzo per il programma straordinario atto ad affrontare l’emergenza cinghiali. Con delibera n°857 si interverrà per mettere fine alla piaga che sta colpendo colture, allevamenti e persone. Il programma prevede attività sanitarie legate alla gestione della fauna selvatica nelle aree protette con pianificazione e coordinamento ad hoc, l’istituzione di un archivio contenente una mappa dei vari danni causati dagli animali, piani di censimento e monitoraggio delle specie selvatiche e riduzione di quello squilibrio creatosi in seguito ai ripopolamenti degli anni passati. Il programma sarà attivo su tutto il territorio regionale, ma è stato messo punto per essere applicato in special modo nel salernitano e nell’area del Parco del Cilento. Discordanti le reazioni: c’è chi ha accolto con entusiasmo la notizia ritenendola un successo, chi l’ha criticata e chi chiede certezze e tempi celeri. Critica la Coldiretti: «L’emergenza cinghiali non può aspettare i tempi della burocrazia – dice il presidente provinciale Vittorio Sangiorgio – la Regione deve dare seguito immediatamente alla delibera e attuare al più presto le linee programmatiche previste. L’alta presenza di ungulati sul territorio è diventata un’emergenza sociale. Servono azioni di monitoraggio e interventi selettivi per mitigare la presenza di branchi avvistati nei centri abitati, che minacciano la pubblica incolumità, creano pericoli igienico-sanitari agli allevamenti e causano irreparabili danni al patrimonio agricolo. Auspichiamo – conclude – anche che il Parco faccia fronte comune con gli operatori». Polemico anche l’ex presidente dell’Ente Parco Peppe Tarallo che considera la delibera un nulla di fatto: «È la montagna che partorisce il topolino – dice – si inizia tutto daccapo e campa cavallo. Si prospettano tempi lunghi». Accetta la delibera, ma con riserva, il sindaco di Ottati Eduardo Doddato: «La parte positiva è che l’Ente Regionale si sia accorto e abbia preso atto del nostro grave problema – spiega – ma la linea programmatica è troppo teorica. Il tempo a nostra disposizione è scaduto, non dobbiamo più sprecarne con parole o con numeri. Al più presto si deve avviare la filiera legata alla carne di cinghiale che potrà diventare una solida risorsa economica per la nostra Provincia. Basta teorie – conclude – è giunto il momento di intervenire».