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Salerno rende omaggio al magistrato Nicola Giacumbi, assassinato dalle Brigate Rosse | VIDEO

Una lapide commemorativa è stata inaugurata nel luogo simbolico tra la sua casa e l’ex Palazzo di Giustizia

A cura di Raffaella Giaccio
Pubblicato il 15 Aprile 2025
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A 45 anni dall’omicidio, Salerno ha reso omaggio al magistrato Nicola Giacumbi, assassinato dalle Brigate Rosse la sera del 16 marzo 1980, davanti alla sua abitazione in corso Garibaldi 195, a pochi passi dal Tribunale. Una lapide commemorativa è stata inaugurata nel luogo simbolico tra la sua casa e l’ex Palazzo di Giustizia, un segno tangibile che unisce idealmente la sua vita privata a quella professionale, spezzata tragicamente da un attentato.

La cerimonia

Alla cerimonia hanno partecipato le principali autorità cittadine e del mondo della giustizia: il sindaco e presidente della Provincia Vincenzo Napoli, il figlio del magistrato, Giuseppe Giacumbi, la presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Maria Zambrano, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Alberto Toriello, il presidente della Camera Penale di Salerno, Michele Sarno, e l’avvocato Carlo Correra, promotore dell’iniziativa con il sostegno di varie associazioni.

Ecco chi era Giacumbi

Nicola Giacumbi, allora Procuratore della Repubblica facente funzioni, era da tempo nel mirino dei terroristi. Quella sera di marzo, di rientro da una tranquilla domenica trascorsa dai suoceri e al cinema con la moglie, fu colpito a morte da due giovani armati con pistole silenziate calibro 7,65. Gli aggressori, nascosti ai lati del portone dell’edificio in cui abitava, lo raggiunsero alle spalle proprio mentre stava per aprire la porta di casa. Uno dei proiettili sfiorò la moglie del magistrato.

Leggi anche:

Omicidio a Salerno, vittima muore dopo lite in casa: arrestato l’autore

L’assassinio di Giacumbi, avvenuto esattamente due anni dopo il rapimento di Aldo Moro, fu uno degli episodi più cruenti degli Anni di Piombo in Campania. Solo due giorni dopo, a Roma, un altro magistrato, Girolamo Minervini, venne ucciso. Il giorno successivo toccò a Guido Galli, a Milano.

Il delitto fu rivendicato dalle Brigate Rosse con una telefonata a una televisione locale e con un volantino ritrovato in un bagno di un noto caffè del centro cittadino. Il Corriere della Sera descrisse l’omicidio come “un gesto dal forte valore simbolico”, teso a sottolineare l’estensione della violenza terroristica dal Nord al Sud del Paese.

Il ricordo

I funerali, celebrati nella chiesa di San Pietro in Camerellis, videro una partecipazione straordinaria: gonfaloni, corone istituzionali e una folla talmente numerosa che in molti non riuscirono a entrare. Otto brigatisti furono successivamente identificati e condannati per l’attentato.

Oggi, la memoria di Nicola Giacumbi continua a vivere come monito contro ogni forma di violenza e come esempio di dedizione allo Stato e alla legalità.

TAG:brigate rossenicola giacumbiSalerno
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