Si fa la conta dei danni dopo il grave incendio è scoppiato ieri, intorno alle 13:30, nella zona industriale di Battipaglia. Le fiamme, divampate tra le sterpaglie in viale Spagna e via Bosco II, hanno completamente distrutto il nuovo stabilimento del caseificio Giffoniello e si sono estese fino al piazzale dell’azienda chimica Sanella.
I danni sono stati stimati in migliaia di euro. Le operazioni di spegnimento sono proseguite per tutto il pomeriggio, coinvolgendo numerose squadre di soccorso.
Intervento congiunto per domare il rogo
Sul luogo dell’incendio sono intervenute tempestivamente le forze dell’ordine e le squadre di emergenza. Per domare il rogo si sono mobilitate la protezione civile di Battipaglia, diretta da Michele Mattia, i vigili del fuoco con numerosi mezzi e gli agenti della polizia municipale di Battipaglia, coordinati dal comandante Giuseppe Forte e dal vice comandante Domenico Di Vita. Presente anche la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese.
Per garantire la sicurezza e agevolare le operazioni, le strade adiacenti alla zona industriale sono state chiuse al traffico.
Allerta inquinamento e verifiche in corso
La densa nube di fumo nero e acre ha sollevato forti preoccupazioni tra la popolazione di Battipaglia e dei comuni limitrofi, in particolare Eboli. La sindaca Francese e il sindaco di Eboli, Conte, hanno utilizzato i social network per invitare i cittadini a tenere le finestre delle proprie abitazioni chiuse al fine di evitare di respirare le esalazioni.
Per valutare la pericolosità della nube, sono stati allertati i funzionari dell’Arpac, giunti sul posto per effettuare prelievi e analisi. I cittadini di Battipaglia hanno espresso preoccupazione, chiedendo di sapere se nell’aria si siano sprigionate sostanze nocive, anche in considerazione della presenza di aziende agricole sul versante ebolitano, a ridosso della zona colpita.
Indagini sulle cause del rogo
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per accertare la natura dell’incendio e stabilire se si sia trattato di un episodio doloso. La mancanza di telecamere di videosorveglianza nell’area rende le investigazioni più difficili. A complicare ulteriormente la situazione, le fiamme sono state alimentate anche dai rifiuti abbandonati nella zona, che non era mai stata bonificata.