La pace fiscale consiste in un insieme di provvedimenti che garantiscono agevolazioni dedicate ai contribuenti che hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In questo modo essi hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il Fisco.
Per il 2023 il governo ha introdotto uno stralcio delle cartelle esattoriali, simile a quello messo a disposizione dai governi procedenti che interessa anche gli enti locali. Questi avranno la possibilità di stabilire autonomamente se applicare le disposizioni relative alla definizione agevolata delle controversie tributarie.
C’è chi ha scelto di aderire e chi invece ha seguito una direzione opposta, non mancando di destare perplessità e polemiche. È il caso di Sapri e Pisciotta.
Nella cittadina del Golfo il gruppo di minoranza SiAmo Sapri parla di «presa di posizione inaccettabile». E aggiungono: «In un momento come questo non tendere una mano ai cittadini in difficoltà è un errore gravissimo che si ripercuoterà inesorabilmente sulla tenuta economica delle famiglie. Inoltre questo è un atto che va contro la ‘tregua fiscale’ decisa dal Governo contenuta nella Legge di Bilancio».
Posizione simile quella del gruppo Una Mano per Pisciotta. La decisione dell’Ente viene definita una «scelta scellerata».
«L’aumento della Tari di oltre il 200% in taluni casi e dell’imposta di soggiorno richiesta agli operatori turistico – ricettivi conferma l’arroganza e l’incapacità amministrativa di chi ci governa ed in particolare del vice sindaco – assessore al bilancio e alla fiscalità comunale», fanno sapere dal gruppo di opposizione.
«Purtroppo a pagarne le conseguenze sono i pisciottani che, in un momento già di grave restrizione economica, dovranno farsi carico di un ulteriore disagio. Continua l’agonia fallimentare dell’amministrazione Liguori», concludono.