Alburni

Presunte trivellazioni a Castelcivita, indagini in corso

L'accusa della minoranza: scomparsa la cascata al Vecchio Mulino

Katiuscia Stio

4 Luglio 2020

CASTELCIVITA. Sopralluogo dei Carabinieri del Parco in località San Filippo di Castelcivita. Sarà la loro relazione e, di conseguenza, la posizione del presidente del Parco Nazionale CVDA, Tommaso Pellegrino, a stabilire la verità sulla questione che in questi giorni ha acceso i riflettori sulle presunte trivellazioni e danno ambientale alle Grotte e al fiume Calore. Nei giorni scorsi il gruppo di minoranza La Campana aveva lanciato accuse pesanti contro l’amministrazione Forziati sostenendo che «con determina n.141 del 3 giugno 2020 l’amministrazione e il responsabile UTC, senza nessuna autorizzazione e studio idrogeologico, hanno autorizzato la trivellazione di un pozzo in località San Filippo, a ridosso delle grotte».

Questo, secondo il gruppo La Campana, avrebbe comportato la scomparsa della cascata al Vecchio Mulino. «Tale conseguenza è un danno ambientale gravissimo e irreparabile che altera irrimediabilmente la flora e fauna nei dintorni e dello stesso fiume Calore. E non sappiamo all’ interno della Grotta cosa sia successo! Per favore fermateli prima che sia troppo tardi» è l’allarme de La Campana. Immediata la risposta del gruppo di maggioranza alle accuse mosse: «Non è stata fatta nessuna trivellazione e non è stato realizzato nessun pozzo. Il manufatto “pozzo” è stato realizzato in passato, circa 35-40 anni, perché già allora si ci era posti il problema dell’approvvigionamento idrico nei periodi di siccità. Ne è facile dimostrazione la tipologia costruttiva e le caratteristiche fisiche e meccaniche dello stesso, oltre al fatto ovvio e noto a tutti, che il “pozzo” è là da decenni. Inoltre mai e poi mai, amando il nostro paese, ci saremmo sognati di fare il “pozzo” e le conseguenti “trivellazioni” senza le necessarie e dovute autorizzazioni. Sollecitati da tanti nostri concittadini, titolari di attività zootecniche ed agricole, che vivono con estremo disagio la carenza idrica, soprattutto nei periodi estivi, si è pensato, dando mandato all’Ufficio tecnico, di verificare la possibilità di sfruttare una infrastruttura esistente, appunto il “Pozzo in Loc. San Filippo” al solo scopo di rendere disponibile una risorsa idrica aggiuntiva, per i cittadini di Castelcivita. Per fare questo e quindi richiedere le dovute autorizzazioni, è stato necessario fare delle prove di “emungimento” al fine di capire sia la tenuta dell’infrastruttura esistente “pozzo” che la portata eventualmente derivabile dallo stesso. In sintesi sono state avviate delle semplici prove, consistenti nel calare una pompa sommersa nel pozzo esistente ed estrarre acqua, determinando conseguentemente il livello di falda, la portata di derivazione l/s e la qualità delle acque estratte. Dette prove limitate nel tempo, 1-2 giorni, erano necessarie ai fini della conoscenza tecnica e qualitativa della infrastruttura esistente “pozzo”, per poter successivamente avere i dati tecnici per richiedere agli Enti preposti tutte le dovute Autorizzazioni nell’assoluto rispetto sia della salvaguardia ambientale che della legislazione vigente».

La maggioranza, inoltre, spiega che la diminuzione della portata della sorgente in località Pietratonda non è conseguenza di un semplice emungimento- pompaggio ma della ciclicità della carenza idrica delle sorgenti, soprattutto nei mesi estivi, come avviene ogni anno.

A controbattere la posizione dell’amministrazione è Nicola Gigliello, sostenitore de La Campana e autore dei primi post sul social media Facebook circa la questione “ trivellazioni” , che scrive « La determina n. 141 del 3 giugno parte da una premessa falsa, non so per errore o voluta. Infatti lascia intendere chiaramente che negli anni ‘80 il comune aveva commissionato un pozzo per emungimento di acqua. È qua l’inghippo, mai i nostri amministratori precedenti, molto più avveduti degli attuali, hanno commissionato tale pozzo e per gli scopi che si vuol far credere. Il pozzo è stato commissionato come sondaggio per prove sistemiche e nemmeno dal nostro comune. Poi quando è stato scavato non c’erano tutte una marea di leggi intervenute in questi 35anni quale quella del parco, oggi puntualmente tutte disattese. Visto che l’amministrazione tramite il Sindaco afferma che la cascata al vecchio mulino si perde nel fiume ,visto che lo stesso fiume è sprecato, visto che le sorgenti sono inutili, vi consiglio di spostare la trivellazione ad un cento metri più sopra magari intercettate il fiume sotterraneo che passa nella grotta ,pompate l’acqua e, per caduta la potete portare in tanti posti, tanto il fiume nella grotta non serve a niente. Io diffido delle persone che vogliono far passare per polemica politica anche fattacci come questi» .

Al netto delle polemiche saranno ora i carabinieri del Parco ad effettuare il sopralluogo e a stabilire, tramite il presidente Pellegrino, presunte responsabilità e verità dei fatti.

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