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Morte di Simon Gautier, famiglia si oppone all’archiviazione

L'estate scorsa la tragica morte di Simon Gautier: la Procura chiede l'archiviazione del procedimento ma la famiglia si oppone

A cura di Ernesto Rocco Pubblicato il 19 Maggio 2020
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VALLO DELLA LUCANIA. Si avvia alla conclusione l’indagine sulla morte di Simon Gautier, lo sfortunato escursionista francese morto dopo essere precipitato in un crepaccio in località Ciolandrea, nel Comune di San Giovanni a Piro. I fatti risalgono alla scorsa estate (leggi qui). Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, Antonio Ricci, e il PM Luigi Spedaliere hanno infatti presentato richiesta di archiviazione. La famiglia del giovane, tramite l’avvocato Maurizio Sica, ha però presentato ricorso.

Morte di Simon Gautier, i soccorsi

A finire sotto accusa erano stati fin da subito i soccorsi: Simon Gautier scomparve il 9 agosto del 2019. Si incamminò a piedi dalla stazione di Policastro lungo un sentiero, ma qualcosa andò storto e precipitò in un crepaccio ferendosi gravemente agli arti inferiori e subendo uno shock emorragico. Subito dopo la caduta il giovane contattò il 112 e il 118 non riuscendo però a dare specifiche indicazioni sul luogo in cui si trovava.

Scattarono così le ricerche che permisero di trovarlo soltanto alcuni giorni dopo la scomparsa, ormai privo di vita.

Le indagini

Se i soccorsi fossero stati più celeri il 27enne si sarebbe potuto salvare? Questa la domanda che la famiglia si è posta e che ha portato all’avvio dell’indagine. Secondo gli inquirenti, però, non ci sarebbero responsabilità. Nella richiesta di archiviazione, infatti, si evidenzia come il giovane sia deceduto pochi minuti dopo la caduta e la chiamata ai soccorsi, a causa di una grave frattura riportata agli arti inferiori che ha portato anche alla recisione dell’arteria femorale.

Inoltre, viste le scarse indicazioni fornite dalla vittima, sarebbe stato difficile riuscire a localizzarlo, anche a causa di problemi di connessione internet. A peggiorare la situazione la morfologia del territorio. Insomma una serie di circostanze che hanno impedito di trovare il giovane in tempi brevi; ma al contempo sarebbe stato difficile, se non impossibile, ritrovarlo in vita considerato che il decesso è avvenuto poco dopo la caduta. Queste tesi, però, non trovano d’accordo la famiglia del giovane.

Le richieste della famiglia di Simon Gautier

Secondo il legale Maurizio Sica, infatti, dai primi dati acquisiti dai ricercatori, sarebbe stato possibile avere dati preziosi per individuarlo: si sapeva che era partito da Policastro in direzione Napoli e che era caduto da un’altezza che permetteva di guardare il mare, come da lui stesso comunicato al 118. Invece le ricerche si sono concentrate anche in zone distanti dal ritrovamento.

Secondo l’avvocato Sica, inoltre, anche l’operatrice del 118 avrebbe dovuto chiedere maggiori informazioni al giovane durante la telefonata, in modo da avere elementi utili a individuare il luogo in cui si trovava; ma dubbi ci sono anche su “la tardiva comunicazione e valutazione dei dati forniti da Simon” e “l’omissione dell’invio dell’elicottero sul luogo indicato” dall’escursionista francese.

Questi sarebbero gli elementi da chiarire, secondo il legale e la famiglia, che hanno così chiesto di non archiviare il procedimento.

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