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Riaprono ristoranti, pizzerie, pasticcerie e bar: perplessità dei cilentani

Le perplessità dei gestori delle attività in vista della fase 2

A cura di Luisa Monaco
Pubblicato il 24 Aprile 2020
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PIZZA

La riapertura di bar e ristoranti ha un effetto valanga sull’agroalimentare nazionale con la ripresa degli acquisti di cibi e bevande che vale almeno 20 miliardi all’anno. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’attesa riapertura delle attività di ristorazione nella seconda metà maggio con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Covid-19. Già da lunedì, però, in Campania queste attività potranno riaprire i battenti seppur solo per svolgere attività d’asporto. Eppure le modalità con le quali è prevista la riapertura stanno generando non poche polemiche e molti, soprattutto tra i proprietari di bar, hanno già manifestato l’impossibilità di aprire a queste condizioni.

Questi locali potranno fare esclusivamente consegna a domicilio dalle 7 alle 14 previa prenotazione on line, con l’obbligo di usare dispositivi di protezione e sanificare almeno una volta al giorno i locali. Ristoranti, pub, pizzerie e gelaterie, hanno un’apertura prevista dalle 16 alle 22 e con le stesse condizioni dei bar. Disposizioni, queste, che non tutti sono disposti a seguire.

“Per i bar c’è la possibilità di aprire dalle 7 alle 14 e solo per la consegna a domicilio. E’ del tutto inutile aprire a queste condizioni e con questi limiti orari, i costi sarebbero maggiori dei guadagni”, dice un barista di Agropoli. Perplessità anche tra i ristoratori: “Se ci venisse data la disponibilità all’asporto sarebbe meglio, con le prenotazioni unicamente on line o per telefono il mercato si riduce notevolmente. Vale la pena aprire?”, si chiede il dipendente di una attività di Vallo della Lucania.

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C’è poi chi guarda anche ad un altro aspetto, quello dei lavoratori. “I dipendenti sono quelle persone che fino a ieri ci hanno sostenuto e portato aventi il locale e grazie a loro che siamo aperti, però come sempre non vengono mai cnsiderati”, dice Simona Iannuzzi, titolare di una pizzeria a Capaccio Paestum.

“E’ brutto chiamare un dipendente per dirgli che deve restare a casa perché per le restrizioni che hanno messo non può venire a lavorare, però mi dispiace ma devo per forza aprire perché altrimenti il gregge mi accavalla e dopo rimango indietro – aggiunge – se apro lo faccio per tutti noi, per la squadra e per stare in linea con tutti”.

Infine un appello: “Caro De Luca dovevi farci aprire come ci hai fatto chiudere. Tutti insieme con le restrizioni che c’erano, non con queste precauzioni che ci impongono di lasciare i dipendenti a casa senza un euro e con la speranza che arriva la cassa integrazione”, conclude.

Il malcontento è notevole. Chi riapre prova a pubblicizzarsi sui social ma con notevoli perplessità “Nei supermercati si può andare uno alla volta, perché in una pizzeria o una pasticceria no? Perché si può solo prenotare da casa? Ho apprezzato come ha gestito l’emergenza De Luca fino ad oggi ma ora ha cominciato a prendere provvedimenti cervellotici e a mio avviso poco sensati“, sottolinea un pasticciere cilentano.

TAG:CilentoCilento Notiziefase 2
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