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Rete fognaria a ridosso dei templi, comitato scrive al Ministro Franceschini

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 18 Giugno 2015
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Una rete fognaria a ridosso dell’area archeologica di Paestum, un intervento “aberrante” che rischia di arrecare danni al patrimonio della città. Il Comitato 15 giugno, attraverso una nota che di seguito integralmente si pubblica, ha inviato una missiva al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, affinché verifichi il progetto di adeguamento e completamento della rete fognaria avviato dal comune.

Onorevole Ministro, ci permettiamo di rivolgerLe questo appello accorato e urgente, certi della Sua attenzione. Le scriviamo indignati per lo scempio che si sta compiendo ai danni di una porzione del nostro territorio carica di storia, bellezze naturali e cultura, segnalandoLe nel contempo la deprecabile situazione che coinvolge uno dei più grandi tesori che la nostra Nazione possiede. Siamo a rappresentarLe tutto il nostro disappunto di cittadini (e non sudditi, anche se spesso trattati come tali) per l’esecuzione di un progetto che ci appare incongruo e potenzialmente dannoso, realizzato nell’indifferenza delle Amministrazioni statali preposte alla tutela del patrimonio archeologico, in questo caso addirittura compartecipi del deturpamento in atto. Risulta, infatti, a questo Comitato che, attualmente, nella città antica di Paestum (punto di eccellenza del patrimonio culturale italiano) l’Amministrazione Comunale ha avviato lavori per realizzare un tratto di rete fognaria. Punta di lancia di questa aggressione è il progetto dissennato di costruire, nel cuore di un’area così unica e preziosa, un tratto invasivo di rete fognaria. Il tratto in questione procede lungo via Magna Graecia da e oltre l’incrocio con via Nettuno percorrendo il sedime asfaltato all’interno dell’area archeologica dei Templi (strada peraltro che, sulla base di precedenti accordi tra COMITATO 15 GIUGNO 2 Comune e Soprintendenza, dovrebbe essere eliminata), fino a collegarsi con il collettore esistente posto su via Porta Aurea-via Tavernelle, per uno sviluppo di 930 metri. Fatto aberrante è che il tratto di fognatura andrà ad estendersi inevitabilmente sui resti dell’Anfiteatro che risulta parzialmente coperto dalla suddetta strada, determinando, in uno alla distruzione di un enorme patrimonio storico e archeologico, un greve deturpamento di tale complesso monumentale (già Patrimonio Unesco) dal momento che le escavazioni andranno ad alterare irreversibilmente l’assetto idrogeologico del suolo e del sottosuolo. L’intervento in corso, anche su quello che resta dell’antico Anfiteatro, già gravemente e irresponsabilmente mutilato, è un inconcepibile scempio compiuto all’interno di monumenti archeologici tra i più significativi al mondo e costituisce un cinico e sprezzante atteggiamento nei confronti del Bene Culturale inteso come “bene comune”, ponendosi in dicotomia con le politiche di valorizzazione dei Beni Culturali per il rilancio del “valore Italia” che Ella, da ministro, ha recentemente promosse. Si tratta di uno dei peggiori scempi del patrimonio monumentale a cui i cittadini di Capaccio e la Regione Campania abbiano dovuto assistere da molti anni a questa parte. Si tratta di un vero e proprio insulto alla bellezza e al valore inestimabile di un sito che molti ci invidiano ma che, sic stantibus rebus, non siamo capaci né di difendere né di rispettare. In questa vicenda, cosa ancora più grave, appare evidente come le esigenze della salvaguardia e della fruizione di un importante elemento del patrimonio archeologico nazionale siano state considerate in modo del tutto insufficiente e siano state sconsideratamente sacrificate a un miope calcolo economicistico che tende a proteggere (e servire) talune strutture a carattere commerciale (per lo più abusive) in manifesto spregio a tutte le disposizioni di tutela del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42. A Paestum stanno zappando la Storia e la Cultura! Illustre Ministro, la mancata considerazione del valore culturale intrinseco all’anfiteatro, la cui tutela è affidata alla Soprintendenza, ci lascia assolutamente sconcertati, soprattutto quando proviene da chi dovrebbe promuovere la valorizzazione dei siti archeologici. Quanto attuato, infatti, ha dell’incredibile e mostra una totale arroganza decisionale da parte di chi lo ha compiuto e di chi dà l’avallo a queste azioni sfiguranti, antistoriche e anticulturali. Non si comprende, invero, come un simile progetto possa aver ricevuto i beneplaciti necessari degli enti territoriali competenti, e in particolare della Soprintendenza Archeologica; né se la stessa Soprintendenza abbia effettuato opera di controllo su tale scempio. Sottoponiamo, quindi, all’attenzione Sua e dei responsabili in indirizzo questa azione incivile, perché si consideri con quanta faciloneria e pressappochismo vengono trattati i nostri beni culturali, protetti virtualmente da tante normative, ma poi lasciati in balìa del primo che arriva e valuta interventi tanto delicati, solo in base al proprio autocratico, personalissimo (e spesso interessato) parere. Se, dunque, si vuole veramente intervenire, è essenziale fermare i lavori subito e imporre una radicale revisione del progetto, che tenga nella dovuta considerazione la conservazione del Parco Archeologico di Paestum, patrimonio mondiale dell’Umanità. Di conseguenza, ci rivolgiamo a Lei per capire se, alla luce anche di taluni errori amministrativi del recente passato, non ritiene opportuno disporre un’indagine approfondita, da condurre con l’ausilio di specialisti anche esterni alla Soprintendenza archeologica, onde chiarire i comportamenti mantenuti sia da parte dell’Ente di Tutela che da parte dell’Amministrazione comunale in relazione alla reiterazione di progressive azioni di distruzione a danno di Paestum, della sua storia e della sua bellezza. Confidiamo nella Sua sensibilità affinché questo inestimabile patrimonio storico e archeologico continui a essere un vanto nazionale e un motore fondamentale per lo sviluppo economico del nostro Paese e vengano scongiurate ulteriori devastazioni e accertate le eventuali responsabilità dei danni causati. Eviti, signor Ministro, all’area archeologica di Paestum l’onta di divenire un cortile condominiale! Certi di un Suo tempestivo intervento, siamo a porgere i più deferenti ossequi. Capaccio, 18 giugno 2015 COMITATO 15 GIUGNO

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