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Stio: spazi pubblici intitolati ad Angelo Trotta e Desirèe Quagliarella

L'iniziativa vuole essere un modo per ricordare e omaggiare due concittadini che hanno lasciato un'impronta indelebile nella comunità.

A cura di Antonio Pagano
Pubblicato il 19 Novembre 2024
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Desiree Quagliarella

Il Comune di Stio, guidato dal sindaco Giancarlo Trotta, ha deciso di intitolare il punto d’accesso alla biblioteca comunale “C.Barbato” ad Angelo Trotta e la Villa Comunale a Desirèe Quagliarella; l’iniziativa vuole essere un modo per ricordare e omaggiare due concittadini che hanno lasciato un’impronta indelebile nella comunità.

L’iniziativa

L’ amministrazione comunale, a seguito della riqualificazione della Villa Comunale sita in Via Trieste e Trento e dell’inaugurazione della biblioteca comunale, ha intenzione di intitolare l’intero perimetro della Villa Comunale alla memoria di Desirèe Quagliarella, giovane ragazza appartenente alla comunità prematuramente scomparsa; e l’accesso alla biblioteca comunale alla memoria di Angelo Trotta detto “fotografo” per aver contribuito alla memoria storica e culturale del territorio.

Chi era Desirée Quagliarella

«Desirèe Quagliarella era una ragazza speciale, ha dedicato con passione e amore la sua giovane vita ai bambini. – spiegano da palazzo di città – La sua gioia e il suo entusiasmo erano contagiosi. Ogni giorno Desirèe si è dedicata a fare la differenza, donando sorrisi e affetto a chiunque ne avesse bisogno e creare momenti di coinvolgimento e felicità per i bambini residenti a Stio».

«Intitolare la Villa Comunale a Desirèe Quagliarella non è solo un tributo alla sua memoria, ma un modo per continuare a far vivere il suo sogno, l’amore nei confronti dei suoi e degli adorati bambini del Comune di Stio. – aggiunge il Comune – Presso la Villa Comunale tutta la comunità potrà riunirsi nel ricordo di Desirée e i bambini, in particolar modo potranno giocare, ridere e divertirsi, proprio come Desirée avrebbe voluto. Questo spazio diventerà un luogo di gioia e spensieratezza, dove il suo spirito vivrà attraverso le risate dei piccoli.

Ogni sorriso che vedremo qui sarà un omaggio al suo amore per i bambini e alla sua dedizione per essi. Questo luogo diverrà un punto di incontro, dove poter raccontare e condividere i ricordi che Desirèe ci ha lasciato, celebrando la sua vita. In questo modo Desirèe continuerà a vivere in ogni gesto di amore e cura che offriamo agli altri. La villa comunale non sarà solo un luogo d’incontro, dove tutte le generazioni si ritroveranno; bensì un simbolo della sua eredità e un invito a portare avanti i valori che lei ha sempre rappresentato».

Chi era Angelo Trotta

«Angelo Trotta detto “fotografo” nacque a Stio il 6/ 01/ 1932 da una famiglia di contadini, qui ha visto i tedeschi passare coi carri armati durante gli anni della guerra, ha imparato a suonare la tromba aggregandosi alla banda musicale e soprattutto ha iniziato la sua carriera da fotografo: un amico che era stato in Belgio gli vendette una macchina fotografica che non sapeva usare e a Pasqua del 1950 scattò le prime foto da autodidatta. Il 1956 si sposò e dopo 4 anni, emigrò in Germania. Lì ebbe la fortuna di conoscere due grandi fotografi che gli insegnarono i trucchi del mestiere: Enric Zimmerman ed Erwin Weingher. – ricordano da palazzo di città – Anni dopo tornò a Stio dove aprì uno studio fotografico, scattando foto per i matrimoni, e scrivendo poesie mentre passeggiava nei boschi. Ha allestito anche un museo dell’Arte Contadina, contenente una raccolta di attrezzature agricole».

«Ha pubblicato diversi libri che comprendono la sua vasta raccolta di fotografie e poesie: “Sposi dell’Alto Cilento”, “Pasqua delle Tenebre” e “Febbraio 1997”. – aggiunge l’Ente – “Sposi dell’Alto Cilento” che è una raccolta di oltre 200 fotografie di matrimoni in bianco e nero a partire dal 1957, tradotto in ben 5 lingue. È il suo personale contributo alla memoria storica e culturale del territorio. Ha partecipato a diverse mostre fotografiche, soprattutto ad Helsinki, dove sono tutt’ora esposte le sue foto.

Affermava spesso che la fotografia è un modo di sentire, di toccare, di amare ciò che ha catturato per sempre nella pellicola. Ha fotografato, invece di parlare, in bianco e nero il colore del ricordo. Ha fotografato per non dimenticare, per non smettere di ricordare un pezzo di vita; e trasmettere alle nuove generazioni, un vero e proprio museo della fotografia. Le sue foto sono la memoria nel tempo, quando i nostri ricordi iniziano a perdersi nel tempo che passa».

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TAG:Cilentodesirée quagliarellastio
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