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Da Eboli alla Borsa di New York: la storia di Gianfranco De Nigris

Prima di approdare in Genenta, Gianfranco de Nigris si è fatto spazio nella finanza milanese, laureandosi presso l’Università Bocconi

A cura di Silvana Scocozza
Pubblicato il 10 Gennaio 2024
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Prima di approdare in Genenta, Gianfranco de Nigris si è fatto spazio nella finanza milanese, laureandosi presso l’Università Bocconi e dopo un breve passaggio alla London School of Economics and Political Science in Inghilterra, ha compiuto un percorso in banche d’affari e fondi di investimento. Oggi, a 30 anni appena compiuti, Gianfranco è Vice President of Corporate Development di Genenta, società di immuno-oncologia in fase clinica, lavora a diretto contatto con il cofondatore e amministratore delegato Pierluigi Paracchi, fra gli investitori di maggior successo nell’ambito del venture capital italiano con all’attivo una cessione aziendale datata 2013 di un’altra società biotech per oltre 12 volte l’investimento iniziale, per un totale di oltre 400 milioni di dollari.

Ecco l’intervista

Qual è stato il momento in cui hai capito che le cose sarebbero potute cambiare?

Nel 2014. Ero uno studente della Bocconi, ascoltai un’intervista ad un uomo di finanza di successo che aveva da poco pubblicato un romanzo. Era Guido Maria Brera citava De Andrè e il romanzo era Diavoli. Un vortice di descrizioni e sentimenti, dall’incontro con una ragazza intenta a leggere un libro di Boris Vian fra gli equilibri razionalisti della città di Parigi alla narrazione di un trade sul mercato obbligazionario che condiziona la vita di tutti i noi, tutti i giorni. Una sensibilità diversa da quella del finanziere cresciuto nel mito di Gordon Gekko, più una scalata nello stile e nel pensiero del Banchiere anarchico di Fernando Pessoa. Conobbi Guido, e, da lì è nato un rapporto profondo di affetto, di insegnamenti e supporto.

Guido Brera… il marito della Balivo, cosa vide in lei?

Credo un determinato tipo di sensibilità, un modo di declinare il mondo e i sentimenti abbastanza simile. Il desiderio di essere accettato è ed è stato il mio motore. Sicuro anche quello di Guido. La finanza, il luogo perfetto per il riscatto: più soldi fai fare, più sali. Meritocrazia.

Crede che sia ancora possibile per un ragazzo di venti anni partire a Milano e farsi strada?

Non ho una riposta matematica a questa domanda. L’unica certezza è che l’ordinario non basta più. In Italia c’è il blocco totale dell’ascensore sociale, come evidenziato da un report del World Economic Forum e non solo. La ricerca afferma che l’Italia è il Paese europeo con l’indice di mobilità sociale più basso del continente: l’accesso alle possibilità è proporzionalmente legato alla situazione economica e si tramanda da genitori in figli senza possibilità di crescita. Ma io non voglio cedere al pessimismo della ragione, preferisco abbracciare l’ottimismo della volontà e lasciare il messaggio che con una rotta tracciata, i risultati si possono raggiungere. Con ottimismo le cose possono cambiare.

A tal proposito, posso chiederLe come pensate di portare avanti la rivoluzione scientifica contro le malattie oncologiche in Genenta Science?

La storia di Genenta inizia a Milano dall’incontro tra Pierluigi Paracchi, ex venture capitalist e lo scienziato prof. Luigi Naldini, premio Louis-Jeantet nel 2019, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-TIGET) e Professore presso l’Università Vita Salute San Raffaele a Milano.  Il lavoro pionieristico di Naldini ha esteso la terapia genica dal laboratorio al trattamento e monitoraggio dei pazienti, per diverse malattie genetiche rare come leucodistrofia metacromatica o la sindrome Wiskott Aldrich. L’intuizione di Naldini e Paracchi è stata quella di estendere il lavoro dello stesso Naldini al campo dell’oncologia. Genenta da un’idea è diventata una realtà clinica con un prodotto, il Temferon, al termine delle prime fasi sperimentali su pazienti.

Come funziona il vostro farmaco?

Vorrei precisare che si tratta di una terapia. Il Temferon è costituito da cellule staminali del paziente modificate con la nostra piattaforma per esprimere una potente proteina antitumorale, interferone-alpha, nel microambiente del tunore. L’IFN-alfa è una nota proteina immunomodulante utilizzata per il trattamento di una varietà di tumori, è raramente utilizzata in clinica a causa della tossicità associata alla sua somministrazione sistemica. La nostra piattaforma previene l’esposizione sistemica a concentrazioni tossiche ma consente invece un’attività terapeutica selettiva all’interno del tumore. Da esperimenti preclinici il Temferon abolisce la tolleranza immunitaria indotta dal tumore e risveglia e rieduca il sistema immunitario, per scovare e combattere la malattia. Nel marzo 2023 la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha concesso la designazione di farmaco orfano (Orphan Drug Designation, ODD) mentre la Commissione europea ha concesso la Orphan Drug Designation (ODD) a Temferon lo scorso giugno.

Ci sono realtà ospedaliere nel territorio salernitano convenzionate con la vostra terapia?

No. Al momento lavoriamo con l’Ospedale San Raffaele (Milano), l’Istituto Neurologico Besta (Milano), il Policlinico Gemelli (Roma), l’Ospedale di Ricerca Humanitas (Milano), l’Ospedale Molinette (Torino) e l’Istituto Oncologico Veneto (Padova).

Quali sono i vostri prossimi passi?

Considerando i dati ottenuti fino ad ora, vogliamo, come già pubblicamente annunciato, entrare su altre indicazioni oncologiche oltre quella che stiamo già testando clinicamente, il Glioblastoma Multiforme, un tumore cerebrale. Genenta ha chiuso tre round di finanziamento, prima della quotazione al NASDAQ nel dicembre 2021. Nei round prima dell’IPO la società ha raccolto oltre 33 milioni di dollari catturando l’interesse di investitori come FIDIM della Famiglia Rovati, la famiglia asiatica Qianzhan, la famiglia Bormioli e Fumagalli, ex Candy e altri, sono progressivamente entrati nel capitale. Nel 2021 c’è stata la quotazione al NASDAQ che ha permesso di raccogliere altri 37 milioni di dollari. Attualmente la compagine societaria spazia da Club deal di UHNWI – ad esempio Mediobanca o il Club degli Investitori di Torino – a soggetti singoli che hanno operato attraverso holding di famiglia o SIM (Ferragamo, Rovati di Rottapharm,  Romed, un billionaire asiatico – Famiglia Gao – attraverso Qianzhan, Miroglio, Riello, la famiglia Bormioli, Famiglia Branca) per finire con gli Istituzionali (CDP Venture, Kairos, Anthilia, Eurizon-Intesa; Equiter – Compagnia di San Paolo; Algebris; Azimut; Allianz).

Che esempio può trasmettere Genenta al sistema Paese Italia?

La forza dei capitali al servizio della scienza. Il concetto che i capitali senza idee portano a poco e che la scienza senza capitali non può portare avanti l’umanità in uno slancio di miglioramento.

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