
Il Tar di Salerno ha dato ragione alla Soprintendenza di Salerno, bocciando il ricorso del Comune di Camerota contro l’ordinanza di sospensione dei lavori di demolizione del costone roccioso a Cala del Cefalo. Il gruppo di minoranza “Uniti per Cambiare” esulta: “L’avevamo detto!”.
Le perplessità di Uniti per Cambiare
“Fin dall’inizio avevamo nutrito perplessità sulla vicenda Cala del Cefalo e sulle procedure adottate dall’Amministrazione Scarpitta“, dichiarano i consiglieri di Uniti per Cambiare. “Già il 4 febbraio 2023 avevamo chiesto la convocazione di un tavolo tecnico, mai concesso. Solo in un secondo momento, il 10 febbraio, a lavori già iniziati, l’Amministrazione ha convocato il Consiglio Comunale per decretare la somma urgenza”.
“In quel Consiglio Comunale ci sono state riservate solo offese e invettive”, proseguono i consiglieri. “Ci hanno accusato di non saper leggere le carte e di fare solo demagogia. Noi, invece, in modo responsabile, abbiamo evidenziato che: l’iter e i provvedimenti non erano in linea con i dettami amministrativi; la documentazione era carente; mancava la relazione geologica”.
La sentenza del Tar di Salerno ha dato ragione alle perplessità di Uniti per Cambiare. Il Tar ha infatti rilevato che il Comune ha adottato i provvedimenti senza alcun iter istruttorio e motivazionale; i lavori sono stati eseguiti in assenza di autorizzazione; i lavori hanno arrecato un pregiudizio al paesaggio.
“Nei prossimi giorni faremo ufficialmente richiesta di convocazione di Consiglio Comunale”, concludono i consiglieri di Uniti per Cambiare. “Vogliamo aprire un confronto democratico e discutere l’argomento nelle opportune sedi istituzionali”.
“Auspicavamo una soluzione progettuale a cura di esperti geologi e tecnici e che avesse salvato la bellissima falesia. Oggi lo scempio è compiuto, ma chi pagherà i danni arrecati al paesaggio, ai cittadini e al Cilento?”, così invece Italia Nostra che pure aveva contestato le modalità di esecuzione dei lavori.