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A Paestum riprendono gli scavi nel quartiere abitativo grazie ad uno sponsor privato

"Vogliamo comprendere meglio le dinamiche sociali e il tessuto economico che hanno permesso la realizzazione di opere come i templi dorici di Paestum e la Tomba del Tuffatore"

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 9 Ottobre 2019
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Ripartono gli scavi stratigrafici nel quartiere abitativo di Paestum. L’obiettivo è di indagare meglio l’architettura domestica e la vita quotidiana all’ombra dei tre templi dorici di VI e V sec. a.C., emblemi della Magna Grecia. Lo scavo di una struttura in grandi blocchi, presumibilmente una suntuosa dimora appartenente all’epoca tardo-arcaica (intorno al 500 a.C.), fu avviato tre anni fa dal direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel, nominato nell’ambito dell’autonomia concessa al Parco Archeologico di Paestum dall’allora (e attuale) ministro Dario Franceschini. Nel frattempo, le indagini si sono allargate a un’abitazione adiacente, costruita in maniera più modesta. Come sottolinea il direttore, “Desta interesse proprio la varietà economica e sociale in questo periodo cruciale per la città. Vogliamo comprendere meglio le dinamiche sociali e il tessuto economico che hanno permesso la realizzazione di opere come i templi dorici di Paestum e la Tomba del Tuffatore. Al tempo stesso, vogliamo rendere i visitatori e le scuole partecipi: come ogni anno, potranno seguire le attività di scavo durante visite quotidiane e sui social del Parco”.

Anche quest’anno, lo scavo beneficia di due borse di studio finanziate dal Pastificio Di Martino – proprietario del marchio Antonio Amato. Due giovani archeologi, Rachele Cava e Guglielmo Strapazzon, sono stati selezionati sulla base di un bando nazionale e seguono le operazioni sul posto.

Il progetto #ilgustodellascoperta è stato avviato nel 2016 con una sponsorizzazione del Pastificio Amato che aveva destinato un contributo di 45mila euro per finanziare due borse di ricerca per tre anni.

“Il Parco Archeologico di Paestum è un’eccellenza italiana, patrimonio mondiale dell’UNESCO, e quando un prodotto si muove in armonia con il territorio i passi che si fanno insieme verso la crescita sono più saldi – afferma Giuseppe Di Martino, Amministratore Delegato del Pastificio Di Martino – Siamo lieti di contribuire, per il terzo anno consecutivo, all’attività di scavo sugli ambienti domestici a Poseidonia nei secoli VI e V a. C., e sugli aspetti della vita quotidiana, finora ancora troppo poco conosciuti. E’ importante per noi, in quanto da sempre sostenitori delle biodiversità del territorio, poter prendere parte alla ricerca, dando la possibilità ad altri due giovani archeologi di approfondire i loro studi direttamente sul campo. Pasta Antonio Amato continua ad avere a cuore lo sviluppo del territorio e si pone l’obiettivo di mostrare al mondo intero i luoghi e i prodotti che un’eccellenza italiana, come la provincia di Salerno, ha da offrire. Continueremo il racconto digitale di questo bellissimo progetto – prosegue Di Martino – e anche quest’anno organizzeremo le dirette live con le scuole, interessate a conoscere il fantastico mondo dell’archeologia, permettendo ai più giovani e non solo, di poter interagire direttamente con gli archeologi, incentivando così la cultura della ricerca e della scoperta”.

Tutti potranno seguire costantemente l’aggiornamento delle indagini in corso: l’appuntamento è dal lunedì al venerdì, alle ore 11:45, presso l’area archeologica di Paestum dove gli archeologi accompagneranno il pubblico in una visita guidata allo scavo. Inoltre lo scavo può essere seguito anche sui canali social del Parco Archeologico di Paestum e di Pasta Antonio Amato, seguendo l’hashtag #ilgustodellascoperta su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube e anche su Repubblica Web Tv, dove saranno trasmessi dei video con gli approfondimenti sul lavoro degli archeologi e sui metodi e sugli strumenti propri della ricerca.

“E’ questa la nostra missione – conclude il direttore – raccontare a tutti la ricerca archeologica in ogni suo aspetto; l’archeologia vera non ha nulla a vedere con i ‘tesori’, ma con la ricostruzione della vita, anche dei poveri. Visto così, un coccio di ceramica comune è importante quanto un anello d’oro; sono tutti documenti storici”.

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