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Caos Corisa4: l’impianto di Vallo Scalo resta chiuso

Nulla di fatto in settimana nell'incontro tra lavoratori del Corisa4, Provincia di Salerno ed Ecoambiente. L'impianto di selezione di Vallo Scalo resta chiuso.

A cura di Sergio Pinto
Pubblicato il 13 Settembre 2015
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Nulla di fatto in settimana nell’incontro tra lavoratori del Corisa4, Provincia di Salerno ed Ecoambiente. L’impianto di selezione di Vallo Scalo resta chiuso.

CASAL VELINO. L’impianto di selezione rifiuti di Vallo Scalo non riaprirà, almeno per il momento. L’incontro tenutosi venerdì a Salerno tra dipendenti del Corisa4, Ecoambiente e Provincia si è concluso con un nulla di fatto. Circa 40 operai, occupati precedentemente presso l’impianto cilentano, speravano che questo potesse riaprire sotto la gestione di Ecoambiente, per assicurargli un futuro lavorativo. Dalla Provincia, però, hanno precisato che le recenti decisioni dei tribunali amministrativi, che hanno delegato ai comuni e ai privati la gestione dei rifiuti, non permettono questo passaggio. Per riaprire l’impianto di Vallo Scalo, quindi, sarà necessaria una gara pubblica e l’affidamento ai privati che però non garantirebbero un futuro lavorativo ai dipendenti del Corisa 4, da mesi senza stipendio e con il serio pericolo di restare disoccupati poiché ai breve scadrà anche la mobilità.

Dalla Provincia, però, assicurano che potrebbe esserci una proroga degli ammortizzatori sociali. Il sito di selezione rifiuti, inoltre, resterà pubblico ma verrà gestito dai privati che dovranno stipulare con l’ente un’apposita convenzione che potrebbe garantire anche la ricollocazione dei lavoratori.

“Era impossibile aprire il sito da un giorno all’altro – ha precisato il consigliere provinciale delegato all’ambiente Volpe – l’impianto è stato vandalizzato e utilizzato per scopi impropri, per riaprirlo sarebbero stati necessari fondi per almeno 300mila euro”.

Per gli operai, a questo punto, si profilano nuovi giorni d’attesa, anche se loro continuano ad essere sicuri che l’apertura dell’impianto sarebbe stata l’unica salvezza: “Avrebbe garantito un risparmio economico per i comuni del Cilento costretti a portare i rifiuti a molti chilometri di distanza”, dicono.

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