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Sanità nel basso Cilento: «bisogna investire sull’emergenza»

«In condizioni di urgenza i tempi sono fondamentali per garantire la giusta assistenza ed è su questi settori che bisogna puntare»

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 7 Gennaio 2025
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Ambulanza

È stata un’Epifania triste nel Cilento. Nelle prime ore della mattinata un uomo di Sicilì di Morigerati 62 anni è morto durante il tragitto verso l’ospedale dell’Immacolata di Sapri. Nello stesso giorno a San Mauro Cilento si tenevano le esequie di Anna Materazzi.

L’organizzazione della sanità territoriale

Anche a Morigerati come a San Mauro la continuità assistenziale non è garantita. Se in quest’ultimo centro, però, il turno era scoperto per l’assenza di medici, nel centro montano del Golfo di Policastro la postazione è stata soppressa negli anni scorsi. Era il 2021 quando l’Asl Salerno comunicò per la prima volta la chiusura dei presidi dei comuni di Morigerati, Torre Orsaia e Celle di Bulgheria. Una scelta dovuta, anche in questo caso, alla cronica carenza di personale. Con l’estate, infatti, i medici dovevano far fronte alle esigenze dei centri costieri e per le aree interne scattò la chiusura che per qualche centro risultò poi definitiva. Oggi la postazione di continuità assistenziale più vicina è quella di Caselle in Pittari.

I Psaut, invece, sono allestiti a Casaletto Spartano (con competenza su prende tutta la dorsale interna) e Policastro, nel comune di Santa Marina, (che gestisce l’emergenza nei centri della fascia costiera e collinare).

“In un’area ristretta come la nostra le postazioni sono state depotenziate”, ha spiegato Giampiero Nuzzo, sindaco di Caselle in Pittari e responsabile per il basso Cilento di Fratelli d’Italia. “Si riesce comunque a garantire l’emergenza. È chiaro che se un’ambulanza esce tutto si complica perché il territorio resta sguarnito”. Il problema di questi territori, dunque, secondo Nuzzo è più legato alle condizioni orografiche che rendono difficili gli spostamenti. Di fatto se un’ambulanza o un medico che presta servizio di continuità assistenziale deve spostarsi per un soccorso, altre aree restano prive di assistenza.

“Bisogna investire nell’emergenza – spiega Nuzzo – gli interventi programmati possono essere gestiti ma in condizioni di urgenza i tempi sono fondamentali per garantire la giusta assistenza ed è su questi settori che bisogna puntare”.

Del resto, soprattutto nei piccoli centri con una popolazione principalmente anziana, l’assistenza medica e un soccorso repentino risultano ancor più fondamentali.

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