Di fronte a un quadro economico segnato da pandemia, inflazione e caro materie prime, il mercato estero si è rivelato un punto di riferimento per le PMI.
Difatti, oggi le realtà imprenditoriali che esportano i loro business verso paesi esteri sono principalmente di piccole e medie dimensioni, e anche se si tratta di poco più di 135mila imprese, come riportato dal report annuale Ice, il loro flusso commerciale pesa sul PIL per il 30%.
È dunque evidente che questo processo, anche alla luce di uno scenario ancora poco inflazionato, se posto come obiettivo di una strategia di sviluppo, può offrire alle aziende risultati estremamente interessanti.
È anche per questo che migliaia di piccole e medie imprese oggi puntano all’internazionalizzazione, una strada che rappresenta da sempre una delle occasioni più interessanti per la crescita e il prestigio del tessuto imprenditoriale italiano.
Affinché piccole e medie imprese possano conquistare quote strategiche dei mercati internazionali, è fondamentale che si preparino a intraprendere un processo di cambiamento.
Punto cardine di questa trasformazione, un nuovo modo di fare impresa, orientato all’innovazione, a una maggiore attenzione al mercato e a una trasformazione del modello organizzativo.
Naturalmente, oggi le PMI protese verso i mercati esteri hanno dalla loro numerose risorse: una di queste è quella offerta dalle società specializzate nel consolidamento di un nuovo e più efficiente modello di business.
Ne costituisce un esempio DLike, la startup innovativa che aiuta le piccole e medie imprese a colmare quel gap che le rende meno attrattive e di conseguenza meno competitive sui mercati internazionali.
Come riportato anche sul sito web dell’azienda, dlike.it, l’approccio si compone di una serie di strategie in continua evoluzione, finalizzate a individuare i mercati e i canali ad alto potenziale, a strutturare una nuova modalità di fare export e al consolidamento di questa metodologia. In tal modo viene garantito alle imprese il conseguimento del know how necessario ad affrontare le nuove sfide globali in maniera del tutto autonoma e indipendente.
L’esperienza dimostra che guardare oltre confine per proiettare il proprio business sui mercati esteri offre una lunga serie di benefici sia sul potenziale di crescita sia sul consolidamento del prestigio a carattere globale.
Ripensare le proprie strategie, mettendo da parte quella naturale diffidenza che non di rado si accompagna ai processi di internazionalizzazione, crea più di un’occasione per incrementare i flussi di export e incentivare lo sviluppo e la crescita dell’attività.
Difatti, l’attitudine a generare nuovi canali commerciali siglando accordi con clienti e intermediari esteri garantisce all’azienda una nuova prospettiva, più ampia e potenzialmente più fiorente rispetto a quella a cui sarebbe stata destinata in un contesto più limitato come quello territoriale.
Non a caso, competere nel panorama internazionale fa sì che le piccole e medie imprese possano superare quei limiti geografici, manageriali e organizzativi spesso intrinsechi in alcuni particolari schemi di sviluppo imprenditoriale.
Inoltre, poter beneficiare di un modello di business basato sul raggiungimento di un’autonomia gestionale e operativa, capace di sfruttare insieme strumenti di marketing treadizionali e digitali e intercettare mercati e canali di vendita tramite esclusivi algoritmi di intelligenza artificiale, permette di sfruttare le tante opportunità derivanti dall’ingresso in quelle economie a maggior potenziale di sviluppo, oltre ad anticipare e fronteggiare ogni possibile evoluzione che possa interessare il mercato.
Infine, un modello aziendale così strutturato consente a tutte quelle PMI che abbiano investito nella leadership, nello sviluppo di nuove tecnologie e nell’eccellenza produttiva tipica del Made in Italy, di vedere i loro servizi proiettati in una più ampia dimensione, che spesso è in grado di riconoscere il valore di un servizio molto più del contesto territoriale.
È anche per questo che riuscire a percorrere la strada dell’internazionalizzazione rappresenta una chiave di volta per il perseguimento dell’eccellenza a tutto tondo: uno strumento fondamentale per reagire alle incognite del mercato e a tutte le sfide che non di rado si accompagnano a quei business non proiettati verso uno sviluppo a livello globale.