Qual’è lo stato di salute della sanità in Campania. Se tra nord e sud c’è un divario anche all’interno della stessa regione o provincia ci sono difformità. Lo dice la ricerca basata sui recenti dati forniti da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
Il primato del Luigi Curto di Polla nel settore pubblico
Tra i tre presidi ospedalieri pubblici analizzati nell’area meridionale della provincia, l’ospedale Luigi Curto di Polla è quello che registra le performance migliori. La struttura ottiene valutazioni di eccellenza in diversi reparti chiave: un giudizio “molto alto” è stato assegnato alle aree Respiratorio e Cardiocircolatorio.
Anche altri settori mostrano una buona tenuta: Nefrologia, Oncologia e l’area Osteomuscolare ricevono una valutazione “alta”, mentre si attestano su un livello “medio” la Chirurgia generale e l’area Gravidanza e Parto. È rilevante notare che non si registra nessuna insufficienza per il presidio di Polla. Tuttavia, analizzando il dettaglio, emergono margini di miglioramento necessari sul numero dei parti, fermi a 366 nel 2024, sulla proporzione di parti vaginali successivi a un cesareo e sui ricoveri per protesi al ginocchio.
Le criticità del San Luca di Vallo della Lucania
Scenario differente per l’ospedale di Vallo della Lucania, dove si registrano diverse difficoltà. Il San Luca riceve un giudizio “molto basso” nel settore respiratorio e in quello oncologico. A pesare negativamente sono in particolare il dato relativo alla mortalità a 30 giorni per la riacutizzazione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva e i numeri dei ricoveri per interventi chirurgici su tumore alla mammella e al colon.
Anche l’area materno-infantile mostra sofferenza: con soli 240 parti nel 2024, il settore Gravidanza ottiene un giudizio complessivo “basso”, valutazione condivisa anche dall’area relativa alle protesi al ginocchio. Non mancano tuttavia le note positive: l’ospedale ottiene un giudizio “molto alto” nel cardiocircolatorio e “alto” nella chirurgia generale, con performance medie registrate nei settori osteomuscolare e nervoso.
La situazione dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri
Anche per il presidio di Sapri le criticità maggiori riguardano la natalità. L’ospedale dell’Immacolata registra un “molto basso” nel settore Gravidanza, con un numero complessivo di ricoveri per parto pari a 190 nel 2024 e problematiche relative ai parti vaginali post-cesareo. Valutazione molto bassa anche in oncologia per ciò che concerne i ricoveri per interventi di tumore al colon.
L’area del cardiocircolatorio risulta “bassa”, nonostante si segnali un miglioramento rispetto all’anno precedente sul dato della mortalità a 30 giorni per infarto miocardico acuto. La Chirurgia Generale si mantiene nella media. Il fiore all’occhiello del presidio di Sapri è rappresentato dal settore osteomuscolare, giudicato “alto” nel complesso, ma che raggiunge il livello “molto alto” specificamente negli interventi per frattura del femore e protesi dell’anca.
Il divario con la sanità privata accreditata
Il dato forse più rilevante che emerge dall’analisi Agenas è il netto divario con le strutture private accreditate, che registrano le performance migliori in assoluto. La Clinica Cobellis, presa ad esempio nel report, ottiene esclusivamente giudizi “alto” e “molto alto” in tutti i settori analizzati.
Questo “semaforo verde” complessivo e lodevole per il privato evidenzia una discrepanza che “inevitabilmente qualche interrogativo lo pone”, specialmente se confrontato con una sanità pubblica che appare costantemente in lotta su numeri, risorse e investimenti per garantire standard adeguati ai cittadini.