Si è tenuta venerdì presso la caserma “Capone” di Persanola cerimonia di avvicendamento al comando del 4° Reggimento carri, alla presenza del Generale di Brigata Daniele Cesaro, Comandante della Brigata bersaglieri “Garibaldi”, del delegato del Sindaco di Serre, Antonio Opramolla, e di rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma. Nel corso della cerimonia, il Colonnello Antonio Merenda ha ceduto il comando al Colonnello Stefano Catania, segnando un importante momento di continuità e rinnovamento per il Reggimento.
Il bilancio del comando del Colonnello Merenda
Durante il periodo di guida del Colonnello Merenda, il Reggimento ha svolto intense attività addestrative sia in Italia sia all’estero. Tra queste spiccano le esercitazioni congiunte con forze alleate in Germania e un ampio ciclo di preparazione presso i poligoni nazionali, finalizzati a incrementare la prontezza operativa e le capacità di combattimento dell’unità corazzata.
Il Reggimento ha inoltre partecipato all’Operazione “Strade Sicure” sul territorio nazionale e ha preso parte alle missioni NATO in Bulgaria e Lettonia, confermando il proprio ruolo strategico nelle attività di cooperazione internazionale. Nel suo intervento, il Colonnello Merenda ha espresso profonda gratitudine verso i militari del Reggimento, sottolineando “la professionalità, la dedizione e il forte spirito di corpo dimostrati in ogni attività condotta”.
Gli auguri del Generale Cesaro e il futuro del Reggimento
Il Generale di Brigata Daniele Cesaro, nel suo indirizzo di saluto, ha riconosciuto i risultati conseguiti sotto la guida del Colonnello Merenda, evidenziando la costanza e l’impegno dell’intero Reggimento.
Ha inoltre rivolto un sentito augurio al nuovo comandante, il Colonnello Stefano Catania, auspicando “un proficuo e sereno periodo di comando, ricco di successi e soddisfazioni”. Con questo passaggio di consegne, il 4° Reggimento carri conferma la propria centralità operativa e l’impegno costante nel garantire efficienza, professionalità e prontezza al servizio del Paese.


