Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) a seguito di un grave incidente avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2020, quando un giovane operaio, originario di Omignano, dipendente di una società somministrata a RFI, fu investito da un treno durante lavori di manutenzione.
L’incidente
L’incidente si verificò sulla linea ferroviaria tra le stazioni di Roma Tiburtina e Roma Casilina. Il tratto era stato interrotto al transito per consentire l’esecuzione dei lavori in sicurezza, ma un treno venne erroneamente convogliato sui binari oggetto di manutenzione.
L’operaio, trascinato per diversi metri, riportò lesioni craniche e politrauma da investimento ferroviario. Immediatamente ricoverato, la sua prognosi rimase riservata per 30 giorni, seguita da oltre sei mesi di convalescenza.
Le indagini condotte dalla Procura di Roma sul procedimento penale aperto a seguito del sinistro, rivelarono che personale di RFI aveva “del tutto improvvidamente” dirottato il convoglio sul binario bloccato, mettendo a rischio la vita degli operai al lavoro.
Il processo civile
Parallelamente all’indagine penale, si è svolto un procedimento civile presso il Tribunale di Roma per i danni subiti dall’operaio. RFI si era difesa cercando di attribuire le responsabilità all’azienda somministrata o, in parte, all’operaio stesso, sostenendo che avrebbe dovuto auto-vigilare sulle condizioni di sicurezza del cantiere.
Il processo si è concluso lo scorso mercoledì 25 giugno con il pieno accoglimento delle ragioni del giovane operaio, difeso dagli avvocati Vincenzo Speranza e Dario Trivelli.
I vertici di RFI sono stati condannati a un “cospicuo, quanto dovuto risarcimento” nei confronti del giovane lavoratore cilentano.