Un’importante operazione condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di prodotti alcolici di provenienza illecita. L’intervento, finalizzato alla repressione delle frodi nel settore delle accise e delle imposte indirette, ha permesso di recuperare oltre 11.000 bottiglie tra liquori a marchio Campari e spumanti Cinzano.
L’attività investigativa, eseguita dalle Fiamme Gialle di Nocera Inferiore, si è concentrata su uno stabile situato nel comune di Sant’Egidio del Monte Albino. La struttura era utilizzata come deposito ed era riconducibile a una società di commercio all’ingrosso di prodotti alimentari con sede a Napoli, rappresentata legalmente da un soggetto residente nel beneventano.
Irregolarità fiscali e sigilli contraffatti
Durante l’ispezione dei locali, i militari hanno rinvenuto interi lotti di merce privi della necessaria documentazione fiscale di acquisto, sollevando immediati dubbi sulla legittimità della loro detenzione. I controlli si sono estesi all’analisi visiva e tattile dei contrassegni di Stato applicati sulle bottiglie, essenziali per certificare il pagamento delle accise.
Dagli accertamenti è emerso che tali sigilli risultavano palesemente contraffatti. Questa evidenza ha permesso di configurare fin da subito le fattispecie penali di contraffazione di sigilli e di contrabbando di prodotti sottoposti ad accisa, evidenziando un tentativo di elusione delle normative fiscali vigenti.
La provenienza della merce e le contestazioni
Un passaggio cruciale dell’indagine è stato il tracciamento dei lotti, effettuato grazie all’immediata collaborazione con l’azienda Campari. Le verifiche hanno confermato che tutte le derrate rinvenute facevano parte di una più ampia partita oggetto di furto avvenuto nel mese di maggio 2025 presso lo stabilimento di Novi Ligure (AL). Tale riscontro ha fatto scattare anche l’ipotesi di reato per ricettazione.
Complessivamente, i Finanzieri hanno sottoposto a sequestro 11.000 bottiglie, corrispondenti a 8.450 litri di prodotto. Se immessi sul mercato, questi alcolici avrebbero comportato un’evasione dell’accisa stimata in circa 15.000 €. Il titolare della società è stato deferito alla Procura della Repubblica e dovrà rispondere dei reati di “contraffazione di sigilli dello Stato”, “sottrazione di prodotti alcolici al pagamento dell’accisa” e “ricettazione”. Si precisa che per l’indagato vige la presunzione di innocenza fino all’emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.
