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Fonderie Pisano: l’associazione Salute e Vita diffida l’Arpac: “Area residenziale, non industriale, basta fingere di non sapere”

La diffida presentata dall’associazione Salute e Vita richiama i dati emersi dallo studio Spes, che ha rilevato nella popolazione residente entro un raggio di 4 km dalla fonderia

Comunicato Stampa

16 Giugno 2025

Fonderie Pisano

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina, lunedì 16 giugno, a Salerno, l’associazione di volontariato Salute e Vita, rappresentata dal presidente Lorenzo Forte, ha illustrato il contenuto dell’atto di diffida notificato nei giorni scorsi all’Arpac regionale e provinciale in merito alla grave situazione ambientale e sanitaria connessa al funzionamento delle Fonderie Pisano.

La diffida

L’iniziativa si inserisce nel quadro delle azioni promosse dopo la recente sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha riconosciuto le gravi omissioni delle autorità italiane nella tutela della salute pubblica nella Valle dell’Irno. Alla conferenza erano presenti, oltre a Lorenzo Forte, l’avvocato amministrativista Franco Massimo Lanocita, il dottore Paolo Fierro, vicepresidente dell’associazione nazionale “Medicina Democratica” e l’ingegnere Salvatore Milione. Nel mirino dell’associazione, in particolare, l’operato dell’Arpac, responsabile di aver effettuato nel tempo rilevamenti e accertamenti applicando parametri di legge propri delle aree industriali anziché quelli relativi alle aree residenziali, come invece stabilito dal Piano Urbanistico Comunale di Salerno che dal 2006 classifica la zona come At.R.1, ovvero “area di trasformazione a prevalente destinazione residenziale”.

I dati Spes

La diffida presentata dall’associazione Salute e Vita richiama inoltre i dati emersi dallo studio Spes, che ha rilevato nella popolazione residente entro un raggio di 4 km dalla fonderia livelli anomali di mercurio e metalli pesanti nel sangue, associati a un aumento della mortalità e morbilità per patologie neurologiche, cardiovascolari e tumorali. L’associazione Salute e Vita si riserva di adire le vie legali, nel caso in cui non venga dato seguito alla diffida, chiedendo l’applicazione immediata dei limiti previsti per le aree residenziali a tutela della salute pubblica.

Le dichiarazioni

«Non ci fermeremo. Giustizia per i vivi e per chi non c’è più». «Ancora una volta dobbiamo constatare – con profondo rammarico – che gli stessi enti condannati dalla Corte Europea per le loro gravi omissioni continuano a utilizzare ogni stratagemma possibile per favorire le Fonderie Pisano anziché tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori. Il cosiddetto tavolo tecnico convocato nei giorni scorsi non è altro che un tentativo di legittimare vent’anni di errori spacciando per soluzione ciò che è solo propaganda, melina, lucida e irresponsabile perdita di tempo». «La mancata delocalizzazione delle Fonderie, nonostante dal 2006 il Piano Urbanistico Comunale abbia stabilito che quell’area debba essere a prevalente destinazione residenziale – permettendo nel frattempo anche la costruzione di nuovi edifici – rappresenta un fatto gravissimo. Il tempo delle attese è finito. Ogni giorno contiamo malati e morti, vittime dirette dell’inquinamento certificato dallo studio Spes e dallo studio epidemiologico condotto dalla Procura».

“Promesse non mantenute”

«L’Asl, nel 2014, ci aveva promesso uno studio epidemiologico approfondito, mano n ha mai mantenuto l’impegno. L’Arpac continua a effettuare controlli utilizzando parametri per aree industriali, ignorando quanto previsto dal Puc. È per questo che abbiamo presentato una diffida formale. Non ci fermeremo. Continueremo questa battaglia finché non ci sarà giustizia e verità per i vivi e per i morti». Franco Massimo Lanocita – Avvocato Amministrativista “Controlli illegittimi e politica responsabile» «È veramente incredibile la risoluzione a cui è pervenuto il tavolo cosiddetto tecnico. A fronte di una norma che stabilisce in termini inequivocabili quali sono i limiti di inquinamento del suolo e dell’aria che non possono essere superati nelle aree residenziali, i cosiddetti tecnici fanno come Alice nel Paese delle Meraviglie e fingono di non comprendere la chiara portata della norma».

«Ed invero l’Arpac, nella sua attività di analisi dell’inquinamento della Fonderia Pisano, continua ad applicare i più favorevoli ad essa limiti industriali. Addirittura c’è un consigliere comunale che blatera, senza alcuna qualifica in merito, di deroghe da chiedere al Governo o alla Regione. È il solito, antico gioco del rinvio che favorisce soltanto l’attività insalubre svolta dalla Fonderia Pisano». «Eppure è conoscenza comune e dato inequivocabile che, dal 2006, a cominciare dal suolo su cui insiste la fabbrica fino all’area circostante, il PUC di Salerno ha impresso la destinazione residenziale.

La truffa ai danni dei cittadini, fatta di rilevazioni contro legge e protetta da una politica asservita agli interessi promananti dalle fonderie, deve cessare. Da qui la diffida all’Arpac a svolgere correttamente le verifiche ambientali a cui è deputata».

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