Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha emesso una sentenza determinante per il futuro del litorale cilentano, stabilendo che le concessioni demaniali marittime nel comune di Sapri sono scadute il 31 dicembre 2023. I giudici amministrativi hanno accolto, nel gennaio 2025, il ricorso presentato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), rendendo di fatto illegittime le proroghe automatiche precedentemente concesse dall’amministrazione locale.
La pronuncia del Tar si inserisce nel solco tracciato dalle sentenze del Consiglio di Stato e dalla Direttiva Bolkestein, portando all’annullamento delle delibere comunali che estendevano la durata dei permessi in assenza di gare pubbliche. L’intervento dell’Antitrust è stato sollecitato da una segnalazione dell’associazione di promozione sociale “Mare Libero”, attiva nel monitoraggio delle inadempienze rispetto alla normativa europea nei comuni costieri, inclusi i 15 centri del Cilento. Una decisione giuridica analoga aveva già interessato, nei mesi precedenti, il vicino comune di Camerota.
I limiti della proroga tecnica e l’assenza di gare
La sentenza chiarisce in modo inequivocabile i confini entro i quali le amministrazioni possono operare. In linea con quanto stabilito dal Consiglio di Stato, l’unica forma di estensione temporale ammissibile è la cosiddetta “proroga tecnica”. Tuttavia, questa è valida esclusivamente qualora vi siano impedimenti oggettivi alla conclusione di una gara d’appalto che sia già stata formalmente avviata.
Dall’analisi degli atti è emerso che né il Comune di Sapri né quello di Camerota hanno dato il via alle procedure selettive necessarie. Tale mancanza rende inapplicabile la clausola della proroga tecnica, determinando che le concessioni risultano scadute improrogabilmente alla fine del 2023.
La posizione dell’associazione Mare Libero
A seguito della sentenza, l’associazione “Mare Libero” ha diffidato la Guardia Costiera e le amministrazioni locali affinché venga rispettata la scadenza indicata dai giudici, chiedendo la cessazione di quelli che vengono definiti abusi legati alle proroghe. La situazione attuale, secondo l’associazione, impone un cambiamento immediato nello status del litorale.
Klarissa Pica, referente per la Regione Campania di Mare Libero, ha commentato la vicenda sottolineando le conseguenze pratiche della decisione: “Le concessioni indebitamente prorogate sono scadute e le spiagge devono tornare libere in attesa di nuove assegnazioni con procedure competitive. Nell’attesa di quanto sopra, tutte le spiagge sapresi sono da considerare al momento spiagge libere”.
Prospettive future e gestione pubblica
La sentenza apre ora lo scenario alla necessità di indire nuove gare, ma stimola anche il dibattito sulla gestione del bene pubblico. L’associazione proponente punta infatti a modelli di gestione che rispettino il Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali (Puad) della Campania, il quale prevede una quota minima del 30 per cento di litorale libero.
L’obiettivo dichiarato nella nota dell’associazione è quello di “tradurre in realtà progetti pilota di gestione pubblica delle spiagge libere, dove coniugare funzione sociale e tutela ambientale”, garantendo così un equilibrio tra fruizione collettiva e salvaguardia del territorio costiero.
