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Lockdown in Campania: scoppia la protesta delle piazze

Confesercenti: "Capiamo la rabbia. Serve piano di sostegno socio-economico"

A cura di Redazione Infocilento Pubblicato il 24 Ottobre 2020
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Proteste in Campania, da Salerno a Napoli, contro la decisione del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, di imporre un nuovo lockdown. Diverse le proteste, da Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, a Largo San Giovanni Maggiore, sede dell’Università Orientale. I manifestanti, autoconvocatisi sui social, hanno mostrato uno striscione con la scritta “Tu ci chiudi, tu ci paghi”, attaccando il governatore campano e il governo Conte con cori di protesta. Sono anche stati accesi dei fumogeni. “A salute è a prima cosa ma senza soldi non si cantano messe”, recita un altro grande striscione.

Momenti di fortissima tensione in via Santa Lucia. Il corteo si è ingrossato ulteriormente lungo il percorso, e ha trovato uno sbarramento di forze dell’ordine sul lungomare, all’altezza dell’incrocio con via Santa Lucia hanno cominciato a lanciare bombe carta e fumogeni verso le forze dell’ordine colpendo anche una camionetta dei carabinieri. I manifestanti hanno cominciato a correre verso la sede della Regione, e contro di loro c’è stato un fitto lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine.

“Questa notte abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza”. Così il questore di Napoli Alessandro Giuliano sulla guerriglia urbana in città.

“Capiamo la rabbia e la preoccupazione delle piazze e  proprio per questo stiamo urlando da mesi, prima che sia troppo tardi, la necessità di attivare subito un  piano di sostegno socio economico nazionale, un piano poderoso”, commenta invece Raffaele Esposito, presidente provinciale Confesercenti.

“Il nostro ruolo istituzionale ci  impone di usare la ragione, la calma, la diplomazia così come bene ha espresso il nostro Presidente regionale Vincenzo Schiavo, ma fino  a quando potremo fare i pompieri gettando acqua sul fuoco, propinando le doverose rassicurazioni a tutti i nostri comparti associativi, ed evitare di riempire le piazze senza necessariamente, e con enorme sforzo psicofisico,  farci  travolgere dalla irrazionalità e dalla psicosi collettiva?”, si chiede Esposito.

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