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Strage di Sassano: la Cassazione ha depositato le motivazioni della condanna a Gianni Paciello

A cura di Erminio Cioffi
Pubblicato il 23 Gennaio 2018
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Per i difensori a causare la tragedia sarebbe stato un difetto ai freni della BMW

Sassano – La Corte di Cassazione ha depositato motivazioni della sentenza con la quale ha confermato la condanna a 10 anni e 4 mesi di reclusione inflitta dalla Corte di Appello di Potenza a Gianni Paciello. Nei giorni scorsi gli avvocati delle parti in causa sono venuti a conoscenza delle motivazioni. Il ventiquattrenne di Sassano è stato condannato per il reato di omicidio colposo plurimo aggravato e guida in stato di ebbrezza.

Gianni Paciello il 28 settembre del 2014 con l’auto lanciata a circa 150 chilometri orari aveva ucciso sul colpo suo fratello Luigi di 15 anni, i fratelli Nicola e Giovanni Femminella, di 22 e 26 anni, e Daniele Paciello, di 14 anni. Le vittime si trovavano davanti al bar “New Club 2000” nella frazione di Silla di Sassano. Gli avvocati hanno inserito nel ricorso 7 presunti vizi di legittimità, nessuno di questi però è stato accolto dai giudici che hanno ritenuto gli stessi tutti infondati nel merito. I motivi di ricorso si incentrano sul rilievo che giudizio di colpevolezza, si sia basato sugli esiti della consulenza disposta dal Pubblico ministero che secondo la difesa sarebbe stata superficiale ed approssimativa. La Corte di Cassazione ha sottolineato nelle motivazioni che “la responsabilità del ricorrente – si legge testualmente – è stata accertata, in modo univoco, da tutto il complesso di prove raccolte nel corso della istruttoria dibattimentale. Attraverso l’intero compendio probatorio, così chiaramente delineatosi nel corso del dibattimento di primo grado, il giudice è pervenuto all’affermazione di responsabilità dell’imputato, confermata in grado di appello”.

La Cassazione ha inoltre condannato Paciello al pagamento delle spese processuali per un importo totale di 11.500 euro.

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