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Vibonati, badante killer: eseguita l’autopsia sul corpo di Gerardo Chintemi. Ecco i risultati

Una vicenda sulla quale la famiglia di Chintemi, difesa dall'avvocato Franco Maldonato, vuole vederci chiaro

A cura di Maria Emilia Cobucci
Pubblicato il 17 Settembre 2024
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È terminata poco dopo le 15, presso l’ospedale civile di Agropoli, l’autopsia sul corpo di Gerardo Chintemi, il 96enne di Vibonati che sarebbe stato ucciso da Mario Eutizia, il badante 48enne del napoletano. Un esame autoptico richiesto dalla stessa Procura di Latina nel corso delle indagini che vedrebbero Eutizia l’autore di quattro omicidi, come confessato dal 48enne lo scorso mese di Agosto.

La storia

Una vicenda che, suo malgrado, ha coinvolto anche Gerardo Chintemi, l’ultimo anziano accudito da Eutizia e deceduto lo scorso 4 Marzo a Vibonati in circostanze, a questo punto, tutte da accertare. Il 96enne sarebbe infatti l’ultima vittima del badante, reo confesso, che avrebbe trovato la morte per “mano” di Eutizia. Quest’ultimo avrebbe somministrato farmaci in quantità eccessiva, anche quattro volte superiore a quanto previsto. Da qui la necessità da parte della Procura di Latina di disporre la riesumazione del corpo, avvenuta in mattinata, e la necessaria autopsia.

L’autopsia

Diversi i prelievi fatti dagli organi di Chintemi, al quale è stato asportato anche il pacemaker, per capire quali siano state le reali cause del suo decesso. Una vicenda sulla quale la famiglia di Chintemi, difesa dall’avvocato Franco Maldonato, vuole vederci chiaro. “Abbiamo chiesto – per il tramite del nostro Consulente medicolegale – di controllare lo stato dell’esofago e della trachea” ha dichiarato l’avvocato Maldonato al termine dell’esame autoptico..

“L’indagato utilizzava, invero, un aspiratore tracheale per liberare il paziente dai muchi, professandosi esperto di tale pratica – ha poi continuato il legale – In queste occasioni, in particolare l’ultima sera, il Chintemi emetteva urla strazianti di dolore e manifestava abbattimento fisico e morale. Poiché Eutizia provvedeva alla somministrazione dell’ossigenoterapia, la famiglia ha registrato che, negli ultimi giorni di vita del defunto, ne aumentava al massimo l’erogazione e aveva smesso di dargli le medicine per il cuore e per il diabete, adducendo che il paziente era impossibilitato a deglutire. Abbiamo infine rappresentato al Consulente tecnico del pubblico ministero che l’ultima sera antecedente il decesso, il defunto era inerme, non si muoveva più e si lamentava, dicendo di sentire dolori fortissimi ovunque, mentre nei giorni immediatamente precedenti, il Chintemi aveva pranzato e cenato a tavola, utilizzando ovviamente la sedia a rotelle“. Una serie di elementi, quelli forniti dal legale Maldonato che serviranno a ricostruire l’intera vicenda e a fare luce su quanto avvenuto negli ultimi mesi di vita a Gerardo Chintemi.

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