Cilento

L’inchiesta sul “sistema” a Santa Marina: un avversario politico “grande accusatore”

Dalle denunce di un avversario politico sono partite le indagini che hanno portato alla misura cautelare degli arresti domiciliari per il sindaco Giovanni Fortunato

Ernesto Rocco

24 Maggio 2025

Giovanni Fortunato

Un avversario politico come “grande accusatore”. Così è partita l’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato, ora ai domiciliari e sospeso dal prefetto Francesco Esposito. Le segnalazioni, inizialmente percepite come semplici “questioni di paese”, hanno rivelato circostanze ben più gravi, portando la Procura di Lagonegro a indagare su un presunto “sistema” illecito.

La denuncia e le indagini

Gli accertamenti sono scaturiti da una denuncia che ha innescato un nuovo terremoto giudiziario nel salernitano. Oltre a Fortunato, è finito ai domiciliari anche l’imprenditore di Acerra, Antonio La Montagna. Richieste di arresto, non accolte dal gip del tribunale di Lagonegro, Guerino Francesco Gatto, sono state formulate anche per altri due indagati: il progettista agropolese Michele Galardo e un altro imprenditore acerrano, Nicola Tortora. Il fulcro dell’esposto riguarda una presunta mazzetta di 100mila euro versata al sindaco per ottenere il permesso di costruire una struttura turistica a Torre Oliva, anche in assenza di un piano di lottizzazione.

Le indagini

Le indagini su quello che il gip Grippo ha definito “il mondo di Giovanni” hanno preso il via nell’agosto del 2022. Un residente di Santa Marina ha contattato la polizia giudiziaria della Procura di Lagonegro, manifestando la volontà di riferire su questioni riguardanti il centro del Golfo di Policastro e il suo primo cittadino. L’uomo, sentito a sommarie informazioni, ha rivelato una presunta intesa tra l’amministratore e la Forever Dreams, società riferibile a La Montagna, per la realizzazione di una struttura turistica a Policastro senza le necessarie autorizzazioni.

L’accordo sarebbe stato sancito con la nomina di un progettista “amico”, l’indagato Galardo, per un compenso di 100mila euro, cifra che, secondo il racconto, doveva essere versata anche al sindaco. L’informatore ha dichiarato di aver appreso questi fatti da uno degli indagati, Tortora. Nonostante le iniziali smentite da parte di molte persone citate dal denunciante, la Procura ha deciso di approfondire.

Gli elementi decisivi per fare luce sul “sistema Fortunato” sono emersi dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno fornito numerosi riscontri rispetto alla denuncia. Il gip Gatto ha sottolineato nell’ordinanza come “l’impianto accusatorio ha preso solo spunto dalle dichiarazioni rese da una persona che si è presentata all’autorità inquirente senza alcuna sollecitazione”, aggiungendo che “Le sue affermazioni trovano importanti e innumerevoli riscontri sia di tipo documentale, dichiarativo e, soprattutto, agli esiti dell’attività tecnica”.

Le perquisizioni e la svolta investigativa

Il momento cruciale dell’inchiesta si è verificato il 26 luglio 2023, quando la Guardia di Finanza ha eseguito diverse perquisizioni a Santa Marina su richiesta del pm Grippo. Durante queste operazioni, sono stati trovati poco più di 112mila euro nella casa di Fortunato e altri 50mila nell’abitazione intestata al figlio, ma presumibilmente nella disponibilità del primo cittadino, come desumibile dal fatto che “costui, nel corso delle indagini, vi trasferiva formalmente il proprio studio professionale”.

Nel corso del blitz, sono state installate anche due cimici. Le intercettazioni hanno registrato i primi commenti dei perquisiti in riferimento al denaro rinvenuto, con tentativi di giustificare la provenienza e il possesso del contante. Le conversazioni captate hanno confermato che il denaro non proveniva da canali leciti e non era stato prelevato da istituti bancari. Fondamentale, inoltre, è stato il ritrovamento di atti che avrebbero confermato quanto segnalato dall’avversario politico nella denuncia: la progettazione di una struttura turistica con un compenso ritenuto illecito di centomila euro.

In altre abitazioni, sono stati trovati “appunti” che per gli investigatori confermerebbe i rapporti tra la società degli imprenditori di Acerra e i progettisti legati al sindaco Fortunato, oltre al rapporto di fiducia tra il primo cittadino e i tecnici a lui vicini, delineando così il “mondo di Giovanni”.

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