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Frans Timmermans e il Green Deal Europeo: la visione di un mondo in-sostenibile o solo l’ennesima utopia elitaria?Intervista al cavaliere Domenico De Rosa, CEO del Gruppo Smet

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 10 Gennaio 2025
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“Il Green Deal rischia di essere un boomerang per l’Europa.”Così esordisce il Cavaliere Domenico De Rosa, CEO del Gruppo Smet, in una lunga intervista sul tema delle politiche ambientali europee e sull’impatto del Green Deal sulla competitività e la sostenibilità economica del continente.

Cavaliere De Rosa, come valuta la visione di Frans Timmermans e del suo Green Deal Europeo?
“La transizione ecologica è necessaria, su questo siamo tutti d’accordo. Tuttavia, il Green Deal, per come è stato concepito, mi sembra più un progetto ideologico che una strategia concreta e inclusiva. La visione di Timmermans è affascinante sulla carta, ma manca di pragmatismo. Non si può pensare di trasformare l’Europa in un continente ‘carbon neutral’ senza considerare le conseguenze sulle imprese, sui lavoratori e, soprattutto, sui cittadini più vulnerabili.”

Le misure di redistribuzione economica annunciate da Timmermans non sono sufficienti?
“Affatto. Quando Timmermans parla di correggere le ‘distorsioni economiche’ che avvantaggiano i ricchi, sembra ignorare che le sue politiche stanno creando nuove disuguaglianze. Il ‘carbon pricing’, per esempio, sta aumentando i costi energetici, colpendo in modo sproporzionato le classi medie e basse. Non sono i ricchi a dover scegliere tra riscaldarsi o pagare le bollette. Inoltre, le piccole e medie imprese, ossatura dell’economia europea, stanno soffrendo sotto il peso di regolamentazioni sempre più stringenti, mentre le grandi multinazionali hanno le risorse per adattarsi.”

Cosa pensa dell’impatto del Green Deal sull’industria europea?
“Le imprese europee sono già sotto pressione per competere in un mercato globale in cui le economie di Cina, India e Stati Uniti non affrontano gli stessi vincoli ambientali. Le misure proposte rischiano di indebolire ulteriormente l’industria europea, spingendola a delocalizzare o a ridurre la produzione. Questo significa perdita di posti di lavoro, calo dell’innovazione e un arretramento generale della competitività del nostro continente. E nel frattempo, il resto del mondo continua a crescere indisturbato.”

Come si potrebbe rendere il Green Deal più equo e sostenibile?
“Bisogna partire da un principio fondamentale: non si può chiedere alle imprese e ai cittadini di sostenere i costi della transizione ecologica senza un piano chiaro di supporto. Servono incentivi, investimenti in infrastrutture e tecnologie verdi, e un approccio graduale. Inoltre, le politiche ambientali devono essere accompagnate da misure sociali che proteggano le fasce più deboli della popolazione. Non si può lasciare indietro nessuno, né i cittadini né le imprese.”

Quindi, il Green Deal è un’utopia?
“Non credo che il Green Deal sia un’utopia, ma così com’è rischia di diventare un progetto elitario, accessibile solo a chi ha i mezzi economici per adattarsi. Perché la transizione ecologica sia un successo, deve essere sostenibile per tutti, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico e sociale. Serve più pragmatismo e meno ideologia.”

Un messaggio finale per le istituzioni europee?
“L’Europa ha l’occasione di guidare il mondo nella transizione ecologica, ma deve farlo con intelligenza. Non possiamo permetterci che le nostre politiche ambientali distruggano il tessuto industriale del continente. Se vogliamo un futuro davvero sostenibile, dobbiamo costruire un modello che unisca crescita economica, inclusione sociale e rispetto per l’ambiente. È il momento di ripensare il Green Deal per farlo diventare una vera opportunità, non un rischio.”

Con queste parole, il Cavaliere Domenico De Rosa lancia un appello alla Commissione Europea: agire con visione e responsabilità per garantire che la transizione ecologica sia un volano di sviluppo, e non una trappola per l’industria e i cittadini europei.

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