La questione abitativa è oggi una delle emergenze più sentite in Campania e in particolare nella provincia di Salerno.
Secondo elaborazioni della Camera di Commercio su dati Istat–Tagliacarne, nel 2023 il reddito disponibile pro capite delle famiglie salernitane si è fermato a 17.645 euro, contro i 22.700 della media nazionale. Questo divario pesa in modo concreto sulle possibilità delle famiglie: un mutuo medio da 150 mila euro, con rata da 750 euro al mese, assorbe oltre il 51% del reddito annuo a Salerno, contro il 47% in Campania e il 40% a livello Italia.
È un peso insostenibile, che rende l’accesso alla casa di proprietà quasi impossibile per giovani coppie, famiglie monoreddito e lavoratori precari. Lo scenario locale si intreccia con quanto sta accadendo a livello nazionale. Come ha evidenziato “la Repubblica – Affari & Finanza”, l’ANCE ha stimato in circa 15 miliardi di euro le risorse immediatamente disponibili tra fondi europei e stanziamenti italiani. Tuttavia, questi fondi risultano in gran parte bloccati per mancanza di progetti concreti e per un coordinamento ancora debole tra governo, regioni e comuni.
Nel frattempo l’esecutivo valuta di riportare al 50% le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione green, con la possibilità di spalmarle su cinque anni anziché dieci, mentre a Bruxelles è in preparazione una relazione sull’edilizia sociale che porterà a un nuovo piano europeo per l’housing accessibile. Questo quadro conferma l’urgenza di un accordo chiaro tra Stato e Regioni. Al governo centrale spetta il compito di garantire stabilità agli incentivi fiscali, definire politiche nazionali per l’accesso al credito e sostenere i mutui per le famiglie più fragili.
Alla Regione Campania tocca la responsabilità di programmare e attuare un piano per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, recuperare gli immobili inutilizzati e mettere finalmente a terra le risorse già disponibili. Solo così i fondi potranno trasformarsi in cantieri reali e in nuove abitazioni accessibili. Ma il tempo stringe. La fase straordinaria del PNRR ha dato ossigeno al settore delle costruzioni, trainando il Pil e l’occupazione. Con l’esaurimento delle risorse straordinarie, senza un piano di continuità si rischia una caduta verticale dei nuovi cantieri, con effetti devastanti: perdita di migliaia di posti di lavoro, blocco degli investimenti privati e una brusca frenata dell’economia provinciale e regionale.
In questo contesto diventa decisivo il ruolo delle associazioni di categoria.
Al presidente di ANCE Salerno, Fabio Napoli, si rivolge l’invito a promuovere un tavolo permanente di confronto con istituzioni e parti sociali, per programmare il “dopo PNRR” e per ribadire il ruolo strategico delle costruzioni non solo come settore economico, ma come infrastruttura sociale che produce case accessibili, rigenera i quartieri e sostiene l’occupazione. Per Salerno e per la Campania la sfida è chiara: trasformare il diritto alla casa da promessa a realtà, difendere i posti di lavoro e consolidare un comparto che è colonna portante dell’economia.
Il futuro presidente della Regione, insieme al Governo e agli attori economici e sociali del territorio, ha il dovere di non lasciare cadere nel vuoto questa occasione.