“Reputo questa esperienza una delle più belle della mia vita professionale”. A raccontarcelo è stato Diego Cantore, musicista e docente di Salerno che recentemente ha discusso di musica napoletana e dintorni all’Università di Oxford.
“Ho trattato di temi a me vicini sotto una lente di taglio scientifico -ci spiega Diego- che ripaga i tanti anni di sacrifici. Resta per me un onore aver discusso di una poesia censurata, e scoperta, del noto poeta Ernesto Murolo in un contesto tra i più prestigiosi a livello mondiale”.
L’esperienza ad Oxford di Diego Cantore
Il docente di chitarra, classe ’96, ha partecipato, infatti, come relatore al convegno “Torna a Surriento: Return Migration to Southern Italy from 1876 to Today” tenutosi il 24 e 25 settembre alla Taylor Institution Library. Presso l’ Università di Oxford Cantore ha presentato un lavoro sulla musica dei migranti ed una poesia di Ernesto Murolo che non ha mai visto la luce, visto che fu censurata e quindi mai diventata pubblica.
“Li ad Oxford ho trovato un ambiente accademico molto elevato con studiosi di linguistica, di cinema, di arte e soprattutto di storia – ci spiega il musicista salernitano – e il mio intervento ha tenuto acceso l’interesse di tutti i partecipanti che ne sono rimasti colpiti ed interessati”.
La passione per la musica napoletana e per Ernesto Murolo da tanti anni ha fatto breccia nel cuore del professor Cantore, laureato in chitarra classica al Conservatorio G. Martucci di Salerno, che è approdato ad Oxford dopo essersi esibito in passato anche alla Camera dei Deputati e più volte al fianco di Katia Ricciarelli e Tullio De Piscopo. Esperienza passata e presente che fa guardare al futuro con tutta la passione che lo contraddistingue il docente di chitarra che conclude: “La possibilità di poter trattare argomenti di scoperta e riscoperta di opere di così grande valore non solo accende in me una fortissima voglia di continuare la ricerca ma apre spiragli a nuove ricerche anche per altri studiosi e ricercatori. Inoltre valorizza delle opere che ad oggi non hanno visto luce e che accrescono il patrimonio artistico e culturale della Campania”.