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Ascea: si tolse la vita dopo una lite, chiesta condanna per padre e fratello

Nel 2015 la tragica morte di Jessica Sacco. Il padre e il fratello chiamati in giudizio per maltrattamenti in famiglia

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 26 Gennaio 2024
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Era il 15 marzo 2015 quando la giovane Jessica Sacco, 22 anni, si tolse la vita lanciandosi dal balcone di casa, a Mandia, ad Ascea. La sua morte ha portato il padre e il fratello della ragazza sotto processo, accusati di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento tragico.

La richiesta di condanna del pubblico ministero

Dopo oltre quattro anni di udienze, ieri il pm presso la Corte d’Appello di Salerno, Luigi Spedaliere, ha chiesto la condanna solo per il reato di maltrattamenti: 3 anni di carcere per il padre Luigi Sacco e 2 anni e 6 mesi per il fratello. Sono venute meno le accuse di comportamenti abbietti e futili motivi, così come l’aggravante dell’evento morte.

La derubricazione del reato e la difesa

Il difensore degli imputati, l’avvocato Antonello Natale, ha accolto con soddisfazione la derubricazione del reato. Inizialmente, i Sacco rischiavano una pena dai 12 ai 24 anni di carcere. Nell’arringa prevista per febbraio prossimo, l’avvocato punterà sull’assoluzione piena per entrambi gli assistiti, sostenendo che il fatto non sussiste.

I dettagli della vicenda e le dinamiche familiari

La tragica vicenda ha scosso profondamente la cittadina cilentana. Il processo era iniziato in quanto si sospettava che gesto estremo di Jessica fosse avvenuto durante una lite accesa tra il padre e il fidanzato della ragazza. La famiglia pare non approvasse la relazione sentimentale. Il pm ha sottolineato che la famiglia non poteva però immaginare le conseguenze tragiche che si sono verificate.

Le accuse di maltrattamenti e le testimonianze

Secondo il pubblico ministero, tuttavia, le accuse di maltrattamenti nei confronti di Jessica rimangono valide. Si è ipotizzato di calci, schiaffi, minacce ed ingiurie perpetrati ai danni della giovane poco prima del suo gesto estremo.

La difesa e l’attesa della sentenza

La difesa degli imputati ha contestato le accuse di maltrattamento sin dall’inizio, chiedendo verifiche sulle ferite sul corpo di Jessica, oltre a quelle causate dall’impatto con il suolo. Durante l’arringa successiva, l’avvocato Natale cercherà di ottenere l’assoluzione completa per i suoi assistiti. Spetterà poi ai giudici emettere la sentenza finale.

TAG:asceaCilento
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