Antonio Vassallo, figlio del “Sindaco Pescatore” Angelo Vassallo, ha inviato una lettera alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico. La missiva, recapitata all’indomani della prima udienza preliminare sull’omicidio del padre, chiede al partito di costituirsi parte civile nel processo. Un appello che sottolinea l’amarezza per una scelta che Vassallo definisce inaspettata e dolorosa. L’omicidio di Angelo Vassallo è avvenuto nel 2010.
Nella lettera, Antonio Vassallo ricorda il profondo legame del padre con il PD, evidenziando come la sua figura sia stata, e tuttora sia, un simbolo per il partito. “Mio padre, Angelo Vassallo, fino all’ultimo giorno della sua vita ha rappresentato il vostro partito, e dopo la sua morte molte sedi del Partito Democratico, anche a livello nazionale, sono state intitolate al suo nome”, scrive. Questo legame, a suo avviso, rende ancora più incomprensibile la decisione di non aderire al processo come parte civile.
Un precedente non ascoltato
Non è la prima volta che Antonio Vassallo si rivolge pubblicamente al Partito Democratico. Nel 2015, in un post diventato virale, aveva esplicitamente chiesto che il partito non candidasse Franco Alfieri nel Cilento, una richiesta che, all’epoca, rimase inascoltata. La candidatura fu poi respinta dai cittadini stessi. Antonio Vassallo menziona l’episodio sottolineando che oggi Franco Alfieri “è agli arresti domiciliari e indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’assegnazione di appalti pubblici.”
Questa circostanza rafforza la richiesta attuale di un “gesto politico e morale di coerenza” da parte del PD. Costituirsi parte civile, spiega Vassallo, non sarebbe solo un atto per rafforzare la battaglia giudiziaria per la memoria del padre, ma anche un modo per dimostrare coerenza con i valori che il partito stesso afferma di difendere.
La richiesta di una spiegazione pubblica
L’assenza del Partito Democratico come parte civile nel processo è un dato che sorprende. Antonio Vassallo evidenzia come persino Bruno Humberto Damiani, che era stato inizialmente indagato e poi riconosciuto innocente, abbia sentito il dovere di costituirsi parte civile.
Per questo, la lettera si conclude con una richiesta chiara e perentoria: “Vi chiedo di spiegare apertamente le ragioni per cui avete scelto di non costituirvi nel processo apertosi ieri presso il Tribunale di Salerno, fase delle indagini preliminari sull’omicidio di mio padre.”
Antonio Vassallo ritiene che questa spiegazione sia un atto dovuto, non solo alla sua famiglia, ma a tutti i cittadini che credono nei valori di legalità e giustizia che suo padre ha incarnato.